Cultura

Armi: la Margherita si astiene su Farnborough

Lo ha annunciato Giuseppe Molinari nel corso della discussione generale, e spiega il perch

di Redazione

Il gruppo della Margherita si asterra’ nel voto finale in Aula alla Camera sulla ratifica dell’accordo di Farnborough sull’industria europea della difesa che modifica anche la legge del ’90 sul commercio delle armi. Lo ha annunciato Giuseppe Molinari nel corso della discussione generale. Ds, Prc e Verdi hanno annunciato invece voto contrario. E’ proprio la modifica della legge 185 a suscitare perplessita’ e critiche nell’opposizione. Per Ulivo e Prc le modifiche allargherebbero le maglie di sicurezza dal momento che non sara’ piu’ obbligatorio per gli operatori esibire il certificato d’uso finale che consente di individuare il destinatario finale delle armi. Ma all’interno del centrosinistra, nonostante questo giudizio negativo le posizioni sono diverse. Al Senato – ha spiegato Molinari – e’ stato conseguito un risultato significativo: e’ stato soppresso un articolo riferito alle legge sul commercio di armi e la conseguenza e’ il mantenimento del controllo sulle transazioni bancarie attraverso l’autorizzazione del ministero del Tesoro. ”Un risultato importante se si considera – ha rilevato l’esponente della Margherita – che la legge del ’90 fu il risultato di una mobilitazione della societa’ dopo lo scandalo della BNL di Atlanta che procurava armi al regime di Saddam Hussein impegnato nella guerra contro l’Iran. Con le nuove norme purtroppo non si conosce quale sia il valore finale del materiale di armamento esportato ma soprattutto e’ stato eliminato il certificato di uso finale. In definitiva non si sa a chi serviranno le armi prodotte e commercializzate. Sono queste le perplessita’ che permangono e che mobilitano il mondo dell’associazionismo”. Per Molinari la ragione di fondo e l’ispirazione della legge 185 del ’90 ”non possono essere considerati inattuali”. ”Puo’ accadere ed accade nell’ambito dell’Ue – ha affermato – che l’Italia interrompa correttamente l’esportazione di armi verso un’area e verso paesi a causa della violazione dei diritti umani ma cio’ non impedisce che un altro paese dell’Ue subentri all’ Italia nel vendere quelle stesse armi che il nostro paese aveva bloccato”. ”E’ questa la ragione che deve spingere a definire regole comuni per i paesi europei. E’ la mancanza di questa ricerca e l’assenza di un confronto che contestiamo al governo”. Il gruppo della Margherita si era astenuto nella prima lettura alla Camera (l’ex ministro Mattarella aveva votato a favore) e ha votato contro al Senato. La ratifica dell’accordo, ha precisato il diessino Alfiero Grandi, non e’ in discussione, e il cammino si sarebbe gia’ concluso se nel testo non fosse stata inserita la modifica della legge 185. ”Il punto centrale riguarda la questione di chi produce e per chi lo fa. Il vero e grande problema e’ l’esigenza di fare in modo che cio’ che viene prodotto non diventi oggetto di traffici e di iniziative illecite”.


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