Mondo
Armi italiane nella guerra in Yemen, appello contro l’archiviazione
Appello di tre organizzazioni, fra cui la Rete Italiana Pace e Disarmo, contro la decisione di archiviazione delle indagini penali sull'esportazione di armi italiane in Yemen, potenzialmente collegate a un attacco aereo mortale sul villaggio Deir Al-Ḩajārī nel 2016
di Redazione
Tre organizzazioni per i diritti umani – Mwatana for Human Rights (Yemen), la Rete Italiana Pace e Disarmo e il Centro europeo per i diritti costituzionali e umani ECCHR (Berlino) – hanno impugnato la decisione della Procura di Roma di archiviazione delle indagini sulla responsabilità penale di alti funzionari dell’Autorità nazionale per l’esportazione di armamenti (UAMA) nonché dei dirigenti dell’azienda RWM Italia per le esportazioni di armi potenzialmente collegate a un attacco aereo mortale sul villaggio Deir Al-Ḩajārī in Yemen dell’8 ottobre 2016. Il Pubblico ministero ha deciso di non procedere ulteriormente nonostante nel febbraio 2021 il Giudice per le Indagini Preliminari di Roma abbia ordinato la prosecuzione dell’indagine penale. Il ricorso presentato dai denuncianti sostiene che ci sono prove sufficienti nel caso per passare direttamente al processo.
«Chiedere l’archiviazione del caso dopo quasi quattro anni di indagini è un duro colpo per tutti i sopravvissuti agli attacchi aerei in questione, che non avevano un obiettivo militare identificabile e che hanno ucciso e ferito dei civili. L’assassinio della famiglia Husni e le ferite subite da uno dei sopravvissuti, Fatima Ahmed, non sono solo ‘danni collaterali’ ma il risultato di un attacco deliberato contro i civili. Il rischio potenziale che le armi esportate da RWM Italia potessero essere usate in attacchi illegali in Yemen era già ampiamente noto nel 2015. Se i dirigenti di RWM Italia e i funzionari dell’UAMA sono complici dei gravi crimini commessi dall’Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi e dai loro partner, devono essere ritenuti responsabili», hanno evidenziato le tre organizzazioni della società civile in una dichiarazione congiunta.
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