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Armi e violenza: dopo le proteste Apple ritira l’emoji con la pistola
L'azienda californiana dice addio all'icona con la pistola usata nella messaggistica istantanea. A pesare sono stati gli ultimi fatti di cronaca, da Orlando a Monaco. E dall'autunno prossimo, con il nuovo sistema operativo IOS10, spariranno anche alcuni emoji tacciati di discriminazione di genere
di Marco Dotti
Esattamente un anno fa, la non profit americana New Yorkers Against Gun Violence aveva lanciato un hashtag su twitter: #DisarmTheiPhone. Lo scopo dichiarato: fare pressione su Tim Cook, l'amministratore delegato di Apple affinché rimuovesse dalle applicazioni di iPad e iPhone l'emoji con la pistola. Nella lettera aperta che accompagna il modulo di invio del tweet si spiegava chiaramente come le armi trasfigurate in iconcine apparentemente innocue rappresentino un problema da non sottovalutare. Soprattutto tra i giovani. Soprattutto oggi, che i sistemi iconici di comunicazione stanno sostituendo le parole.
In un periodo di diffusa violenza e indiscriminato uso delle armi, dove la messaggististica istantanea criptata è spesso usata da violenti e terroristi come mezzo per comunicare e trasmettere messaggi, mettere una pistola accanto a una bomba e a un coltello sulle applicazioni più diffuse, come WhatsApp, non è proprio una buona idea. Così, dopo aver comunicato al consorzio Unicode, il ritiro dell'icona di un fucile preparato per le Olimpiadi di Rio, ora la Apple annuncia il ritiro proprio della pistola.
Da qualche tempo, inoltre, tribunali europei e americani hanno preso a considerare gli emoji come una forma di comunicazione che, contestualizzata, può contenere precise indicazioni operative e minacce. Nel marzo scorso un francese si è visto condannare a 3 mesi di reclusione per aver spedito un messaggio con l'icona della pistola alla sua ex fidanzata. Nel gennaio scorso, la stessa sorte è toccata a una dodicenne di Fairfax, in Virginia.
Immagine in copertina: Getty
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