Cultura
Armi: dopo 11/9 è boom come durante Guerra Fredda
Vita anticipa i numeri shock dell'indagine annuale dell'Istituto Internazionale di Ricerca per la pace di Stoccolma
di Paolo Manzo
Le conseguenze dell’11 settembre si possono misurare anche con i soldi che sono stati spesi in armi nel 2002: 794 miliardi di dollari, un incremento pari al 6% rispetto al 2001 (che era stato già un anno di crescta oltre il 3% rispetto al 2000).
I dati sono stati resi noti dal Sipri, l’Istituto Internazionale di Ricerca per la pace di Stoccolma, leader nel settore.
Il grande protagonista del boom sono gli Stati Uniti d’America che hanno contribuito ai tre quarti della crescita e che ha contribuito al 47% della spesa di quei 794 miliardi di dollari.
La spesa attuale in armi rappresenta il 2,5% del Pil mondiale, ossia 128 dollari per abitante e tutta l’Europa (Russia compresa) ha contribuito per il 23% alla spesa totale.
Certo è che il boom delle armi non ha subito un’impennata notevole dopo l’11 settembre 2001 e – oggi – le spese militari mondiali sfiorano quelle raggiunte nei peggiori momenti della Guerra Fredda.
“L’unica regione in cui le spese militari sono ancora notevolmente più basse rispetto a fine anni Ottanta sono i Paesi dell’Europa centrale e dell’Est ma, se si esclude questa regione, i dividendi della pace del post-guerra fredda sono quasi svaniti”, sottolinea la ricerca.
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