Famiglia

Armi chimiche: distrutto solo il 14% dei depositi

La Russia deve smaltire 40mila tonnellate

di Benedetta Verrini

Russia, Stati Uniti, Corea del Sud, Libia e Albania hanno ancora arsenali con armi chimiche. Si sono impegnati a distruggerle nel rispetto di una Convenzione in materia, entrata in vigore nel 1997. Il limite stabilito e’ per il 2007, che si prolunga al 2012 in casi eccezionali.
E’ ancora lunga la strada verso la distruzione di queste pericolose sostanze killer, ha annunciato oggi Rogelio Pfirter, direttore generale dell’Organizzazione per l’interdizione delle armi chimiche (Oiac), che ha aperto a l’Aja i lavori della nona conferenza degli stati membri. L’organizzazione verifica la distruzione di questa tipologia di armi in tutto il mondo e ha annunciato che, ad oggi, solo il 14,3% dei depositi sono stati distrutti.
La conferenza ha preso atto, con soddisfazione, della decisione della Libia di abbandonare il suo programma di sviluppo di armi chimiche, mentre ha constatato con rammarico che la Russia – detentrice del primato mondiale della produzione di armi chimiche con circa 40.000 tonnellate – ne ha distrutte finora solo il 2% avvalendosi di una sola struttura dedicata.
Mosca prevede di costruire altre sei di queste strutture da qui al 2009 ma chiede aiuti per sostenere un investimento di tre miliardi di dollari.

Gli Stati Uniti hanno gia’ eliminato circa il 32% dei loro depositi, mentre per la Libia si attende che dalla conferenza arrivi il via libera alla riconversione di un sito di produzione in industria farmaceutica, che produca medicine a basso costo contro l’ aids, la malaria e la tubercolosi. Pfirter ha invitato anche le regioni del Medio Oriente a firmare la Convenzione per la messa a bando delle armi chimiche. L’Oiac ha condotto, nel 2004, 1892 missioni di verifica delle installazioni chimiche. Ad oggi sono 64 le unita’ smantellate, 13 quelle da riconvertire.

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