Formazione
Armi: Arriva in Italia la campagna Control arms
Presentata oggi la campagna italiana Control arms a Roma da Amnesty International. Da scaricare tutti i documenti e la bozza del Trattato per il controllo del commercio delle armi
di Giulio Leben
Ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini vivono nel terrore causato dalla violenza armata. Ogni minuto uno di loro viene ucciso. Le violenze urbane di Rio de Janeiro e quelle di Los Angeles, le guerre civili in Colombia, Indonesia, Liberia sono tutte caratterizzate da un?enorme disponibilità di armi leggere.
I paesi industrializzati sono i principali esportatori di armi leggere. I cinque paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Usa, GB, Cina, Francia e Russia) controllano l?88% del mercato globale degli armamenti. Tutti i Paesi del G8 sono importanti esportatori di armi, salvo il Giappone, che tuttavia esporta armi leggere ed articoli per materiale militare. Tutte queste esportazioni contribuiscono a violare regolarmente i diritti umani e il diritto internazionale umanitario.
Il commercio internazionale di armamenti verso zone di conflitto e di crisi dei diritti umani è, nella pratica, un enorme affare per i produttori:
Questa enorme disponibilità di armi in ogni angolo del pianeta causa gravissime conseguenze. La proliferazione delle armi minaccia i principali diritti umani, compreso il diritto alla vita, all?integrità fisica e morale:
Per tutte queste ragioni Amnesty International, Oxfam e IANSA (International Action on Small Arms) hanno deciso di lanciare congiuntamente una campagna in oltre 50 Paesi nel mondo per il controllo degli armamenti. La campagna si focalizzerà sulla promozione di un Trattato Internazionale sul commercio di armi e sull?adozione di appropriate misure regionali e locali per limitare l?esportazione di questi strumenti di morte.
«Non possiamo consentire che il libero mercato domini il commercio internazionale di armi. Dobbiamo renderci conto che questo commercio diventa troppo spesso amico di dittatori e nemico del popolo. È giunto il momento di dare più importanza alle vite umane che alle armi», afferma Oscar Arias, ex presidente del Costa Rica e premiato con il Nobel per la Pace.
Documenti da scaricare:
Cosa fare?
Link Utili:
Arms Trade Treaty: Per capirci di più
Un commento alla Convenzione Quadro sui trasferimenti internazionali di armi (Arms Trade Treaty ? ATT) a cura di Amnesty International – Italia
Nel 1997, un gruppo di Premi Nobel per la Pace (American Friends Service Committee, Amnesty International, Oscar Arias, Norman Borlaug, Sua Santità il Dalai Lama, John Hume, International Physicians for the Prevention of Nuclear War, Mairead Maguire, Rigoberta Menchú, Adolfo Pérez Esquivel, José Ramos Horta, Joseph Rotblat, Aung San Suu Kyi, Reverendo Desmond Tutu, Lech Walesa, Elie Wiesel, Betty Williams, Jody Williams) cominciò una campagna a favore di un commercio di armi più responsabile.
Basandosi sul diritto internazionale esistente, si appellarono a tutti gli Stati affinché adempissero ad un trattato internazionale sul trasferimento di armi (ATT ? Arms Trade Treaty) basato sui seguenti principi:
Sin da allora i Premi Nobel per la Pace hanno avuto l’appoggio di un gruppo internazionale di ONG che ha promosso l’iniziativa in ambito nazionale, regionale e internazionale. Alla fine del 2000, questo gruppo ebbe la collaborazione di avvocati del Centro di Ricerca Lauterpacht di Diritto Internazionale (Lauterpacht Research Centre for International Law) dell’Università di Cambridge per elaborare i principi indicati dai Premi Nobel per la Pace, allo scopo di inserirli in questo ATT.
L’obiettivo è l’adozione di un accordo internazionale per controllare il commercio di armi secondo principi basati sui diritti umani, sul diritto internazionale umanitario, sullo sviluppo sostenibile e su relazioni internazionali pacifiche. Gli Stati si sono già impegnati a stabilire un accordo di questo tipo nell’Articolo 26 della Carta delle Nazioni Unite: “Allo scopo di promuovere lo stabilimento e mantenimento della pace e la sicurezza internazionale con la minor deviazione possibile delle risorse umane ed economiche del mondo verso gli armamenti, il Consiglio di Sicurezza avrà a suo carico, con l’aiuto del Comitato dello Stato Maggiore di cui all’Articolo 47, l’elaborazione di piani che verranno sottomessi ai Membri delle Nazioni Unite per lo stabilimento di un sistema di regolazione degli armamenti”.
L?ATT si concentra sulle limitazioni della libertà degli Stati a trasferire armi. In questo senso, codifica i principi che attualmente esistono nel diritto internazionale e pertanto non cerca d’imporre limitazioni o norme aggiuntive. L?ATT è previsto come un accordo legalmente vincolante che stabilisce principi e meccanismi condivisi relativi ai trasferimenti internazionali di armi:
Come qualsiasi altro trattato, l?ATT entrerebbe in vigore e diventerebbe uno strumento internazionale vincolante quando venisse ratificato e firmato dal numero necessario di Stati. L?ATT esigerebbe agli Stati che essi adottino e mettano in atto i meccanismi nazionali per l’esplicita autorizzazione dei trasferimenti internazionali di armi. L?ATT vieterebbe il trasferimento di armi che potrebbero essere impiegate per commettere gravi violazioni delle norme internazionali sui diritti umani, il diritto internazionale umanitario e la non aggressione. Inoltre, l?ATT obbligherà gli Stati esportatori ad evitare la vendita di armi che possano incidere negativamente sullo sviluppo sostenibile o sulla pace e la sicurezza regionali, che facilitino la commissione di delitti violenti o che possano trasferirsi ad altro Stato per questi fini.
Ecco i punti irrinunciabili del trattato:
Articolo 1
Il principio essenziale è che tutti i trasferimenti internazionali di armi dovranno essere autorizzati dall?autorità statale competente.
Articolo 2
I governi dovranno garantire che i trasferimenti non violeranno gli obblighi assunti a livello internazionale, tra cui:
a) trasferimenti di particolari tipi di armi, se sono indiscriminati o hanno caratteristiche tali da causare ferite superflue o sofferenze non necessarie;
b) trasferimenti verso particolari paesi, se vietati da embarghi.
Articolo 3
I governi dovranno garantire che le armi che essi trasferiscono non verranno usate illegalmente. Il trasferimento non dovrà aver luogo se si è a conoscenza del fatto che le armi serviranno per:
a) violare la Carta delle Nazioni Unite, in particolare per impiegare la forza nelle relazioni internazionali;
b) commettere gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, come il genocidio e i crimini contro l?umanità;
c) ulteriormente trasferite e usate per commettere quanto sopra.
Articolo 4
I governi non dovranno trasferire armi quando vi è la probabilità che queste:
a) verranno usate per compiere reati violenti o per facilitarne la commissione;
b) avranno un effetto negativo sulla stabilità politica o sulla sicurezza regionale;
c) ostacoleranno lo sviluppo sostenibile;
d) saranno ulteriormente trasferite e usate per commettere quanto sopra.
Nota: queste disposizioni riguardano solo i trasferimenti autorizzati dagli Stati, ma ne verranno proposte altre sulla mediazione e sulla produzione su licenza. La filosofia di fondo sarà la medesima: i governi dovranno garantire che la mediazione e la produzione su licenza siano basati sui criteri sopra descritti.
L?ATT permetterà l’approssimazione graduale allo stabilimento di un sistema vincolante, tramite una serie di regolamentazioni fondamentali -saldamente basate sui rapporti esistenti tra gli Stati in virtù del diritto internazionale-, dotate degli organi necessari per la messa in opera. Una volta adottato, l?ATT potrà essere integrato da protocolli, negoziati a posteriori, che trattino questioni più tecniche.
E’ previsto che l?ATT sia poi completato da diversi protocolli che trattino di questioni concrete come la produzione sotto licenza, la sorveglianza dell’uso finale e le commissioni. In questo senso, l?ATT può raffigurarsi come un “albero di Natale”, in quanto fornirà una base sulla quale si potranno aggiungere nuovi strumenti.
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