Formazione

Armi: Arriva in Italia la campagna Control arms

Presentata oggi la campagna italiana Control arms a Roma da Amnesty International. Da scaricare tutti i documenti e la bozza del Trattato per il controllo del commercio delle armi

di Giulio Leben

Ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini vivono nel terrore causato dalla violenza armata. Ogni minuto uno di loro viene ucciso. Le violenze urbane di Rio de Janeiro e quelle di Los Angeles, le guerre civili in Colombia, Indonesia, Liberia sono tutte caratterizzate da un?enorme disponibilità di armi leggere.

I paesi industrializzati sono i principali esportatori di armi leggere. I cinque paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Usa, GB, Cina, Francia e Russia) controllano l?88% del mercato globale degli armamenti. Tutti i Paesi del G8 sono importanti esportatori di armi, salvo il Giappone, che tuttavia esporta armi leggere ed articoli per materiale militare. Tutte queste esportazioni contribuiscono a violare regolarmente i diritti umani e il diritto internazionale umanitario.

Il commercio internazionale di armamenti verso zone di conflitto e di crisi dei diritti umani è, nella pratica, un enorme affare per i produttori:

  • Il giro d?affari delle esportazioni mondiali autorizzate si aggira sui 21 miliardi di dollari all?anno;
  • Ci sono nel mondo 689 milioni di armi leggere, una ogni dieci persone, prodotte da almeno 1000 compagnie in 98 Paesi;
  • Ogni anno vengono prodotte 8 milioni di armi leggere;
  • Oltre il 60% delle armi finisce nelle mani di civili.

    Questa enorme disponibilità di armi in ogni angolo del pianeta causa gravissime conseguenze. La proliferazione delle armi minaccia i principali diritti umani, compreso il diritto alla vita, all?integrità fisica e morale:

  • Ogni anno muoiono, per cause riconducibili all?uso di armi convenzionali, 500.000 milioni di persone, 1.300 al giorno, una al minuto;
  • Nel mondo 300.000 bambini soldato sono coinvolti in conflitti armati;
  • L’ONU calcola che, nello scorso decennio, sono state utilizzate armi convenzionali per uccidere oltre cinque milioni di persone e costringere oltre 50 milioni a fuggire dalle proprie case .Milioni di persone hanno perso le loro proprietà o i propri cari;
  • Donne e ragazze vengono violentate con la minaccia di armi da fuoco durante i conflitti armati (15.700 in Ruanda, 25.000 in Bosnia e Croazia).

    Per tutte queste ragioni Amnesty International, Oxfam e IANSA (International Action on Small Arms) hanno deciso di lanciare congiuntamente una campagna in oltre 50 Paesi nel mondo per il controllo degli armamenti. La campagna si focalizzerà sulla promozione di un Trattato Internazionale sul commercio di armi e sull?adozione di appropriate misure regionali e locali per limitare l?esportazione di questi strumenti di morte.

    «Non possiamo consentire che il libero mercato domini il commercio internazionale di armi. Dobbiamo renderci conto che questo commercio diventa troppo spesso amico di dittatori e nemico del popolo. È giunto il momento di dare più importanza alle vite umane che alle armi», afferma Oscar Arias, ex presidente del Costa Rica e premiato con il Nobel per la Pace.

    Documenti da scaricare:

  • Arms Trade Treaty – Trattato sul commercio delle armi;
  • Traffici mortali: Il commercio delle armi e le violazioni dei diritti umani (a cura di Amnesty International);
  • Filiera degli strumenti letali: Marcatura e tracciabilità delle armi e munizioni (a cura di Control Arms);
  • Alcuni dati sul commercio delle armi.

    Cosa fare?

  • Aderire online alla petizione Million faces;
  • Appello a Silvio Berlusconi per aderire al Trattato sul commercio delle armi.

    Link Utili:

  • Control Arms
  • Amnesty International – Italia
  • Rete Italiana Disarmo

    Arms Trade Treaty: Per capirci di più
    Un commento alla Convenzione Quadro sui trasferimenti internazionali di armi (Arms Trade Treaty ? ATT) a cura di Amnesty International – Italia

    Nel 1997, un gruppo di Premi Nobel per la Pace (American Friends Service Committee, Amnesty International, Oscar Arias, Norman Borlaug, Sua Santità il Dalai Lama, John Hume, International Physicians for the Prevention of Nuclear War, Mairead Maguire, Rigoberta Menchú, Adolfo Pérez Esquivel, José Ramos Horta, Joseph Rotblat, Aung San Suu Kyi, Reverendo Desmond Tutu, Lech Walesa, Elie Wiesel, Betty Williams, Jody Williams) cominciò una campagna a favore di un commercio di armi più responsabile.

    Basandosi sul diritto internazionale esistente, si appellarono a tutti gli Stati affinché adempissero ad un trattato internazionale sul trasferimento di armi (ATT ? Arms Trade Treaty) basato sui seguenti principi:

  • il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario;
  • la promozione di pace e sicurezza e la stabilità regionale;
  • l’adempimento del sequestro internazionale di armi, le sanzioni militari e le misure di trasparenza;
  • l’opposizione al terrorismo;
  • la promozione dello sviluppo sostenibile.

    Sin da allora i Premi Nobel per la Pace hanno avuto l’appoggio di un gruppo internazionale di ONG che ha promosso l’iniziativa in ambito nazionale, regionale e internazionale. Alla fine del 2000, questo gruppo ebbe la collaborazione di avvocati del Centro di Ricerca Lauterpacht di Diritto Internazionale (Lauterpacht Research Centre for International Law) dell’Università di Cambridge per elaborare i principi indicati dai Premi Nobel per la Pace, allo scopo di inserirli in questo ATT.

    L’obiettivo è l’adozione di un accordo internazionale per controllare il commercio di armi secondo principi basati sui diritti umani, sul diritto internazionale umanitario, sullo sviluppo sostenibile e su relazioni internazionali pacifiche. Gli Stati si sono già impegnati a stabilire un accordo di questo tipo nell’Articolo 26 della Carta delle Nazioni Unite: “Allo scopo di promuovere lo stabilimento e mantenimento della pace e la sicurezza internazionale con la minor deviazione possibile delle risorse umane ed economiche del mondo verso gli armamenti, il Consiglio di Sicurezza avrà a suo carico, con l’aiuto del Comitato dello Stato Maggiore di cui all’Articolo 47, l’elaborazione di piani che verranno sottomessi ai Membri delle Nazioni Unite per lo stabilimento di un sistema di regolazione degli armamenti”.

    L?ATT si concentra sulle limitazioni della libertà degli Stati a trasferire armi. In questo senso, codifica i principi che attualmente esistono nel diritto internazionale e pertanto non cerca d’imporre limitazioni o norme aggiuntive. L?ATT è previsto come un accordo legalmente vincolante che stabilisce principi e meccanismi condivisi relativi ai trasferimenti internazionali di armi:

  • L?ATT aiuterà ad evitare che i governi diano più importanza ai benefici economici che ai principi: i trasferimenti irresponsabili di armi perpetuano i conflitti violenti, rendendo difficoltoso lo sviluppo sostenibile e contribuiscono alla commissione d’innumerevoli violazioni dei diritti dell’uomo. Anche se quasi tutti i paesi esportatori di armi hanno adottato direttrici indirizzate a controllare i trasferimenti internazionali di armi, spesso tali direttrici si rivelano insufficienti. Numerosi Stati continuano a dare priorità ai benefici economici derivanti dal lucrativo mercato di armi invece di darla al rispetto dei diritti umani e della sicurezza umana. Milioni di persone in tutto il mondo subiscono l?effetto di questa terribile scelta.
  • L?ATT aiuterà ad evitare che i governi e l’industria di armamenti difendano esportazioni irresponsabili argomentando che: “se non vendiamo noi, qualcun altro lo farà”. Nel mercato dell’esportazione di armi, ogni volta più competitivo, le nazioni sono reticenti ad imporre rigorosi controlli unilaterali per paura che i potenziali acquirenti cerchino altrove dove portare avanti le loro operazioni commerciali. L?ATT stabilirà una serie di principi comuni vincolanti per evitare che la vendita irresponsabile di armi che sia rifiutata da un fornitore non sia accettata da un altro.
  • L?ATT farà sì che le pratiche di commercio di armi degli Stati siano conformi ai loro obblighi derivati dal diritto internazionale esistente. La comunità internazionale ha elaborato una serie di accordi vincolanti sui diritti umani, il diritto internazionale umanitario e la coesistenza pacifica. Questi accordi stabiliscono diverse limitazioni implicite alla libertà degli Stati a trasferire armi. L?ATT cerca di codificare queste limitazioni ed applicarle al commercio di armi in un modo chiaro e coerente. L?ATT darà un inestimabile contributo al diritto internazionale e ne favorirà il continuo miglioramento in materia di armi.

    Come qualsiasi altro trattato, l?ATT entrerebbe in vigore e diventerebbe uno strumento internazionale vincolante quando venisse ratificato e firmato dal numero necessario di Stati. L?ATT esigerebbe agli Stati che essi adottino e mettano in atto i meccanismi nazionali per l’esplicita autorizzazione dei trasferimenti internazionali di armi. L?ATT vieterebbe il trasferimento di armi che potrebbero essere impiegate per commettere gravi violazioni delle norme internazionali sui diritti umani, il diritto internazionale umanitario e la non aggressione. Inoltre, l?ATT obbligherà gli Stati esportatori ad evitare la vendita di armi che possano incidere negativamente sullo sviluppo sostenibile o sulla pace e la sicurezza regionali, che facilitino la commissione di delitti violenti o che possano trasferirsi ad altro Stato per questi fini.

    Ecco i punti irrinunciabili del trattato:

    Articolo 1
    Il principio essenziale è che tutti i trasferimenti internazionali di armi dovranno essere autorizzati dall?autorità statale competente.

    Articolo 2
    I governi dovranno garantire che i trasferimenti non violeranno gli obblighi assunti a livello internazionale, tra cui:
    a) trasferimenti di particolari tipi di armi, se sono indiscriminati o hanno caratteristiche tali da causare ferite superflue o sofferenze non necessarie;
    b) trasferimenti verso particolari paesi, se vietati da embarghi.

    Articolo 3
    I governi dovranno garantire che le armi che essi trasferiscono non verranno usate illegalmente. Il trasferimento non dovrà aver luogo se si è a conoscenza del fatto che le armi serviranno per:
    a) violare la Carta delle Nazioni Unite, in particolare per impiegare la forza nelle relazioni internazionali;
    b) commettere gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, come il genocidio e i crimini contro l?umanità;
    c) ulteriormente trasferite e usate per commettere quanto sopra.

    Articolo 4
    I governi non dovranno trasferire armi quando vi è la probabilità che queste:
    a) verranno usate per compiere reati violenti o per facilitarne la commissione;
    b) avranno un effetto negativo sulla stabilità politica o sulla sicurezza regionale;
    c) ostacoleranno lo sviluppo sostenibile;
    d) saranno ulteriormente trasferite e usate per commettere quanto sopra.

    Nota: queste disposizioni riguardano solo i trasferimenti autorizzati dagli Stati, ma ne verranno proposte altre sulla mediazione e sulla produzione su licenza. La filosofia di fondo sarà la medesima: i governi dovranno garantire che la mediazione e la produzione su licenza siano basati sui criteri sopra descritti.

    L?ATT permetterà l’approssimazione graduale allo stabilimento di un sistema vincolante, tramite una serie di regolamentazioni fondamentali -saldamente basate sui rapporti esistenti tra gli Stati in virtù del diritto internazionale-, dotate degli organi necessari per la messa in opera. Una volta adottato, l?ATT potrà essere integrato da protocolli, negoziati a posteriori, che trattino questioni più tecniche.

    E’ previsto che l?ATT sia poi completato da diversi protocolli che trattino di questioni concrete come la produzione sotto licenza, la sorveglianza dell’uso finale e le commissioni. In questo senso, l?ATT può raffigurarsi come un “albero di Natale”, in quanto fornirà una base sulla quale si potranno aggiungere nuovi strumenti.

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