Welfare

Argentina, l’ultima marcia delle madri

Una trentina di anziane signore ha compiuto l'ultima marcia della resistenza di 24 ore. Ma le veglie continueranno.

di Redazione

Il 24 marzo 1976 un colpo di stato attuato da una giunta militare portò al potere il generale Jorge Rafael Videla e impose la legge marziale. La dittatura militare (1976-1983) diede inizio alla pagina più buia della storia argentina che vide migliaia di oppositori al regime illegalmente imprigionati, torturati e giustiziati. Il bilancio della violenza sarà di 368 campi di concentramento sparsi su tutti il territorio argentino, 2.300 omicidi politici, oltre 10.000 arresti politici, migliaia di esiliati e la scomparsa di 30.000 persone. La feroce censura – oltre 100 giornalisti furono assassinati o sparirono a loro volta – fece sì che non si parlasse dei desaparecidos, non se ne scrivesse, come se non “esistessero”. In questo clima di terrore e silenzio, il 30 aprile 1977 un piccolo gruppo di donne decise di sfidare il potere per amore dei figli scomparsi, e iniziò a sfilare silenziosamente in Plaza de Mayo denunciando pubblicamente le atrocità del regime. Da allora non si sono mai fermate: per 1.500 giovedì di seguito si sono ritrovate in Plaza de Mayo a chiedere giustizia. Per dare maggiore forza alla denuncia pubblica, 25 anni fa le Madri organizzarono anche la prima Marcha de la Resistencia, 24 ore di manifestazione ininterrotta attorno alla Piramide de Mayo. Ora, alla 1.500esima protesta del giovedì alla 25esima Marcha de la Resistencia hanno deciso di non marciare più, o almeno non più per 24 ore ininterrotte. Le Madri di Plaza de Mayo hanno chiuso un capitolo del loro impegno socio-politico, intrapreso ben prima che la sanguinosa dittatura argentina fosse affossata dalla sciagurata guerra contro la Gran Bretagna per le isole Malvinas-Falkland. Una trentina di anziane signore, di eta’ compresa fra i 74 e i 93 anni, tutte con il capo coperto dal tradizionale fazzolettone bianco che e’ diventato il loro simbolo, hanno completato per l’ultima volta la ‘marcia della resistenza’: un corteo protrattosi per ben 24 ore e conclusosi solo nella serata di ieri, quando in Italia era gia’ notte. Scenario, come sempre, la piazza dalla quale le coraggiose donne hanno preso il nome del loro gruppo, e che si estende nel cuore di Buenos Aires davanti alla Casa Rosada, sede della Presidenza della Repubblica. La parola fine sulle marce e’ stata posta non certo perche’ le Madri abbiano perso smalto e non trovino piu’ la forza per reclamare di conoscere la sorte dei propri figli, cioe’ di una parte delle almeno trentamila persone fatte scomparire dai militari fra il ’76 e l’83. Certo, l’eta’ ormai avanzata ha consigliato a parecchie di loro di manifestare in altra forma; ma la vera ragione della conclusione delle ‘marce della resistenza’ l’ha spiegata la presidente del gruppo, Hebe de Bonafini: “Ormai il nemico non abita piu” alla Casa Rosada”, ha affermato, alludendo al presidente argentino Nestor Kirchner, riformatore e progressista pur provenendo dalla file peroniste, con il quale le Madri sono in ottimi rapporti. Messa la parola fine sulle marce di 24 ore, proseguiranno invece senza interruzione le veglie nel centro della piazza, intorno alla Piramide de Mayo: l’obelisco che ricorda l’indipendenza dalla Spagna, e sul quale sono stati affissi dalla gente i ritratti dei congiunti scomparsi, rapiti dai militari durante la ‘guerra sucia’, la lotta senza quartiere ai presunti sovversivi. Anche ieri la veglia e’ andata regolarmente in scena, con le Madri che sono sfilate in circolo intorno al piccolo obelisco, in silenzio e reggendo le foto dei rispettivi figli e figlie, di cui nessuno ha piu’ saputo nulla. “Le proteste del giovedi’ andranno avanti”, ha confermato de Bonafini, “perche’ da ottenere restano ancora molte cose. Pero’ ormai le Madri pensano sia venuto il momento di costruire. Non tutto va bene ne’ e’ perfetto nel nostro Paese, pero’ si tratta di un momento storico, per l’Argentina e per tutta l’America Latina, e dunque non possiamo permetterci di sprecarlo”. Le marce delle Madri in Plaza de Mayo ebbero inizio nell’aprile 77, pochi mesi dopo l’avvento del regime militare e dei suoi misfatti; la prima tra esse che duro’ 24 ore risale all’81. Allora si presentarono in una settantina per compierla, e si trovarono di fronte almeno trecento poliziotti in assetto anti-sommossa: ma non desistettero. Ieri alle 25 Madri si sono ben presto uniti diverse centinaia di sostenitori e simpatizzanti.


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