Politica
Arcore, capitale del voto
Cronaca di una sfilata surreale di big della politica in un paesotto dove potrebbe vincere una sindaca 'comunista'
ARCORE (MB)- All’appello mancavano solo Walter Veltroni e Roberto Formigoni. Niente paura: giovedì 26 maggio 2011, il fondatore del Pd sbarca ufficialmente ad Arcore, nella piazza del Comune, per un comizio in favore di Rosalba Colombo, candidata del centrosinistra al ballottaggio (che si tiene nel fine settimana che arriva). Sul Governatore della Lombardia, invece, si parla di una ‘comparsata’ in centro il giorno seguente, venerdì 27, per appoggiare Enrico Perego, l’aspirante sindaco targato Lega-Pdl. Prima di loro, alla vigilia del primo turno, erano passati nientemeno che Rosy Bindi e Pierluigi Bersani da una parte, e dall’altra Silvio Berlusconi, che giocava in casa, avendo il domicilio nella villa appena fuori dal centro, quella resa celebre dal Rubygate. Ma perché arrivano tutti ad ‘Arcur’ (la scritta in dialetto brianzolo che campeggia sotto il cartello d’inizio paese)? Chissà.
Quello che è certo è il consumarsi di un duello a colpi di big, nella cittadina oggi più citata d’Italia, che a ben vedere è un paesotto di 18mila abitanti noto per essere sede della moto Gilera e di un distaccamento delle acciaierie Falck in passato, della casa di passeggini Peg Perego ai giorni nostri. Grosso paese che, a due passi dal neocapoluogo di provincia Monza, e alle porte della verde e ricca Brianza, è appena uscito da un’amministrazione di centrodestra forse troppo ‘amica del mattone’ (ma sopraggiunta dopo parecchi anni di centrosinistra, conclusisi con il commissariamento del Comune per i conti in rosso): è per questo che gli arcoresi, alla tornata elettorale del 15-16 maggio, l’hanno punita, regalando un sorprendente 46,8% alla lista della Colombo e relegando al 40,2% quella di Perego. Le altre due liste, entrambe civiche, sono arrivate una al 7,5% (PopArc, quella del giovane presidente del consiglio comunale uscente, Alessandro Ambrosini, che ha litigato con la sua giunta nei mesi preelettorali e ha quindi sottratto importanti voti al centrodestra), l’altra, appoggiata dall’Udc e proponente come sindaco Beppe Rositani, al 5,3%.
In attesa del ballottaggio che si preannuncia all’ultimo voto e introdotto da un clima rovente (sul sito del Pd locale si dileggia con toni un po’ eccessivi sui membri dell’ex giunta, mentre nella cassetta postale dei cittadini arrivano da Lega e Pdl slogan come ‘No moschee e campi nomadi in paese’, frase da politica nazionale e soprattutto strana in un paese dove i musulmani si contano sulle dita di una mano e i pochi rom che ci sono vivono tranquillamente in modesti appartamenti), la novità dell’ultim’ora è l’endorsement dell’Udc alla candidata del centrosinistra, che in una recente intervista al Corriere della sera scherzava così con l’inviato: “una sindaca comunista nel paese dove vive Berlusconi? Da non credere…”. Appoggio Udc che potrebbe risultare determinante. Nel frattempo, lei quando non lavora gira per il paese in bicicletta con vesti sgargianti e incontra la gente, allo stesso modo (ma senza bicicletta e più compassato) del leghista Perego. Entrambi si coccolano i pezzi grossi dei partiti che, per una volta, fanno tappa in una cittadina finora non troppo considerata ma che ora fa gola per il suo significato simbolico. La gente li va a sentire. i big (ridendo alle berzellette di Berlusconi nel palazzotto dello sport e indignandosi sull’onda degli strali di Bersani), e in buon numero, ma nessun bagno di folla. Senza il Bunga bunga si sarebbero visti per Arcore questi politici con la P maiuscola? Probabilmente no, ma è il segno dei tempi. Tempi duri.
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