Formazione
Arci. “La devolution di Bossi rompe l’unità del Paese”
Dura presa di posizione della presidenza Arci contro il progetto di riforma federalista in discussione al Senato: "Chiediamo a Ciampi e a tutti i parlamentari di non approvarla"
La devolution della destra ”porta alla rottura dell’unità del Paese per affermare nuovi equilibri, nuove dislocazioni di potere”. E’ quanto sostiene, in un documento della presidenza nazionale, l’Arci secondo cui ”quella che si sta discutendo in Parlamento non è in realta’ la devolution, né tantomeno – afferma – è il federalismo nel quale crediamo come sistema più avanzato di partecipazione e di applicazione dei valori costituzionali”. ”La cosiddetta regionalizzazione di servizi essenziali dello Stato sociale – afferma l’Arci – ostruisce la via di accesso ai diritti universali, che devono essere esigibili da tutti i cittadini. Né – osserva – l’ordine pubblico può avere regole diverse da quelle previste, per tutti, dallo Stato di diritto. Tutto ciò alimenta egoismi sociali e di potere che minano la coesione, spingendo a rompere vincoli fondamentali di solidarietà tra le diverse aree, e tra le parti sociali”. In questo quadro, secondo l’Arci, la sussidiarietà ”è a rischio”, ”puo’ diventare, pericolosamente, strumento di deregolamentazione” e questo l”associazionismo, il volontariato, il Terzo settore ”non possono permetterlo”. Secondo l’Arci ”con questa strumentale devolution, l’Italia non potrebbe avere più un progetto come Paese, né un futuro fondato su politiche che ne rappresentino gli interessi generali”. Per questo l’Arci chiede al Presidente della Repubblica di ”entrare in campo con tutto il peso della sua autorità istituzionale e personale”. ”Chiediamo ai parlamentari – conclude inoltre il documento – di utilizzare tutti gli strumenti procedurali per: opporsi alla Devolution, indipendentemente dalla loro appartenenza; dare a tale opposizione il carattere piu’ determinato; segnare una netta separazione di responsabilità rispetto al Governo. Se l’attuale maggioranza prevalesse, sarebbe allora doveroso organizzare una risoluta iniziativa di cittadinanza contro la Devolution, per un referendum che abroghi questa legge”.
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