Politica

Arci: Berlusconi è sconfitto, il berlusconismo no

Paolo Beni si dice preoccupato per l'egemonia dell'interesse privato che ha conquistato il Paese. La mobilitazione civile - dice - deve trovare nuovo slancio.

di Redazione

‘L’Unione ha vinto, governi per realizzare il suo programma Per cambiare rotta, per riunire il paese diviso e ricostruire dal basso una comune cultura civile. Il berlusconismo non e’ sconfitto”. Cosi Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci commenta il risultato elettorale. Per Beni, ”due dati oggettivi emergono da queste elezioni incerte fino all’ultimo voto. Il primo e’ che il centrosinistra ha vinto perche’ ha ottenuto la maggioranza dei seggi tanto alla Camera che al Senato, nonostante gli artifici di una pessima legge elettorale, risultati letali proprio per chi li aveva costruiti. Il secondo, e’ che il voto fotografa un paese profondamente diviso. La polarizzazione attorno ai due schieramenti non e’ un fatto nuovo, ma oggi viene drammatizzato da una sostanziale parita’ che cela il rischio reale dell’ingovernabilita”’. A suo avviso, ”la frattura dell’elettorato italiano e’ uno specchio della crisi della societa’ europea di fronte alle trasformazioni di questi anni: l’opposizione sociale alle ingiustizie e agli squilibri provocati dal liberismo convive col senso di insicurezza, la paura del nuovo, la chiusura corporativa in difesa dei propri interessi. Contraddizioni che hanno pervaso una campagna elettorale in cui menzogne e forzature ideologiche oscuravano i programmi e la paura frenava la spinta al cambiamento”. ”L’Unione – continua Beni – ha vinto di misura, Berlusconi lascera’ il governo, il berlusconismo non e’ sconfitto. L’ideologia del profitto e dell’interesse privato e’ penetrata nel paese e si traduce nell’egemonia culturale della destra su vasti strati popolari. Non e’ il caso di esaltare una vittoria inferiore alle aspettative, ma neppure di sottovalutare l’importanza di un liberatorio cambio di governo”. ”Serve – prosegue il presidente dell’Arci – una seria riflessione sul paese, sul perche’ il berlusconismo non e’ crollato sotto le macerie sociali che pure ha provocato. La spaccatura emersa dal voto non si risolve con improbabili e ambigue grandi intese, ma lavorando per ricostruire dal basso una comune cultura civile. Non c’e’ tempo da perdere. L’Unione deve avviare la realizzazione del suo programma assumendo la responsabilita’ di governo che le compete, la mobilitazione civile deve trovare nuovo slancio, a partire dal prossimo decisivo referendum in difesa della Costituzione”.


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