Politica

Archè: si introduca la valutazone dell’impatto sociale

Questo il contributo della Fondazione al dibattito sulla redazione della Legge Quadro del Terzo settore avviato con l'incontro tra il Premier Matteo Renzi e le organizzazioni del Comitato Editoriale di Vita. «Per misurare l'impatto segnaliamo tra gli strumenti usciti negli ultimi anni lo SROI – Social Return On Investment, il VAS – Valore aggiunto sociale sviluppato per il Non profit italiano, e l’iniziativa dell’EVPA “IMI – Impact Measurement Initiative»

di Redazione

Punti 1 e 4: Come valutare il valore sociale di una realtà del terzo settore?
Le linee guida toccano questo interrogativo facendo riferimento ad un’Authority e ad “altre forme di controllo e accertamento dell’autenticità sostanziale dell’attività realizzata”; potrebbe servirsi di strumenti di misurazione dei risultati, quali quelli ben segnalati dal Comitato per l’innovazione del Terzo Settore [1]. Suggeriamo inoltre che l’Authority abbia un ruolo sanzionatorio, oltre che di controllo.

Punto 26: Voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia
Persuasi, naturalmente, che la responsabilità dello Stato nel sociale non sia riducibile ai voucher, e confortati in questo dalla disponibilità al confronto e all’azione mostrati dal Governo, desideriamo che siano considerate le criticità dell’esperienza lombarda: l’autonomia e la consapevolezza degli utenti vanno salvaguardate.
 
Punti 22-28: Sostegno economico agli enti del terzo settore
Avvalliamo le proposte riportate considerandole non più di agevolazione fiscale, bensì di fiscalità compensativa, giacché gli operatori del terzo settore, intervenendo in situazioni di malessere sociale, affiancano lo Stato con azioni aventi, anche, un valore economico. Sembrano parole ma è una rivoluzione di sguardi. A fronte dell’entità degli importi nelle prime posizioni dell’elenco, motivata anche da una potenza comunicativa differente, ci interroghiamo sull’efficacia di piattaforme online gestite da terzi che presentino le caratteristiche principali di tutte le realtà beneficiarie. Un’altra possibilità per ridurre il divario consisterebbe nella formulazione di un algoritmo che ridistribuisca ai soggetti minori i 5 per 1000 dove non è specificato codice fiscale o dove questo è errato.
 
Punti 16 – 21: Il Servizio Civile Universale
Offrire ai giovani uno spazio di gratuità e di dedizione sociale: in questa direzione va riproposto  con forza il servizio civile. Dev’essere occasione per i giovani per palesarsi alla comunità mediante la presa in carico di un impegno, e non deve assumere la finalità di un apprendistato lavorativo. Il rischio che intravediamo è quello che il Servizio Civile funga da palliativo per il bisogno di risorse umane in tempi di fatica per numerose realtà del Terzo Settore e dell’apparato statale. La nostra indicazione si sposa bene con quella che il Presidente del Consiglio dice essere la sfida centrale del Paese: la questione educativa, nel cui merito entrerebbe a pieno la possibilità di un’esperienza di Servizio Civile “di qualità”; auspichiamo quindi che la finalità precipua sia realmente quella del servizio.

[1] La valutazione dell’impatto sociale è da sempre uno dei temi cui l’istituzione pubblica guarda con più interesse per valutare le policy. Negli ultimi anni questo filone di studi è diventato di interesse anche del settore privato, sia For profit che Non profit. Lo sviluppo di politiche di CSR e di interventi nelle comunità da parte delle imprese, la necessità delle organizzazioni Non profit di dimostrare il loro valore, lo sviluppo di strumenti finanziari di micro finanza e più recentemente di Impact Investing hanno fatto convergere molti sforzi della ricerca sul tema della misurazione dei risultati. Si segnalano tra gli strumenti usciti negli ultimi anni lo SROI – Social Return On Investment, il VAS – Valore aggiunto sociale, sviluppato per il Non profit italiano, e l’iniziativa dell’EVPA “IMI – Impact Measurement Initiative. Le linee su cui si sviluppa il dibattito sono legate alle differenziazioni per settore, alle difficoltà di ridurre tutto ad un elemento quantitativo e alle differenziazioni per dimensioni delle iniziative e delle organizzazioni.
 


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