Mondo
Arafat-Cnn: la rabbia scorre sul filo del telefono
Grazie all'incapacità della conduttrice televisiva Usa, che sembrava non conoscere assolutamente nulla dell'attuale situazione nel Vicino Oriente
di Paolo Manzo
Fantastica Christiane Amanpour della Cnn. Per la sua intempestività. Raggiunto telefonicamente sul cellulare Yasser Arafat, la giornalista d’origine indiana pareva non sapere quasi che il leader palestinese è rinchiuso da due giorni nelle stanze dell’edificio di Ramallah, sotto l’assalto delle truppe israeliane.
Ed ha esordito con la domanda intelligente “Lei reputa che gli israeliani la vogliano uccidere”, Arafat è esploso, rispondendole quasi urlando: “Lei che cosa si aspetta? Lei crede che tutto questo succeda per caso?”.
Un paio di minuti dopo la Amanpour, ritenuta tra le migliori anchor woman della Cnn (che dev’essere messa davvero male) è tornata alla carica ponendo un’altra domanda superintelligente: “si sente in pericolo?”, al che Arafat ha risposto asciutto: “Sembra che lei non abbia guardato quello che trasmettono le Tv di tutto il mondo”.
L’intervista telefonica è stata nervosa ed approffittando dell’occasione Arafat non ha perso l’occasione di stigmatizzare la parzialità filo-israeliana degli organi di informazione americani, sulla crisi del Medio Oriente.
Ed Arafat ha chiuso il collegamento con la Cnn sostenendo che “è il popolo palestinese che stanno colpendo con questa sofferenza”, sottolineando che le
immagini mostrano a tutti la distruzione provocata dalle truppe d’Israele, sostenute dale armi Usa. Quanto all’assalto alla sede del governo dell’Autorità Nazionale Palestinese, Arafat ha denunciato che i carri armati israliani “hanno distrutto completamente sette dei nostri edifici. Completamente. Attorno al mio ufficio con tutte le loro attrezzature”.
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