Famiglia

Arabia saudita al voto dopo 40 anni ma… le donne no!

In un primo timido assaggio di democrazia, che però esclude le donne, l'Arabia saudita inizia domani una serie di elezioni muncipali, che si svolgeranno nell'arco di tre mesi

di Paolo Manzo

In un primo timido assaggio di democrazia, che però esclude le donne, l’Arabia saudita inizia domani una serie di elezioni muncipali, che si svolgeranno nell’arco di tre mesi. Si vota per eleggere la metà dei membri di 178 consigli municipali, l’altra metà verrà nominata dal governo. I primi a recarsi alle urne saranno domani i cittadini della regione di Riad. Ben 1800 candidati corrono per la metà dei seggi dei 38 consigli municipali dell’area, e di questi 646 sono in gara per i sette seggi del consiglio di Riad. Minor entusiasmo si registra fra gli elettori: solo il 37% dei 400mila aventi diritto si è registrato per andare a votare. Il prossimo appuntamento elettorale è per il tre marzo e riguarderà le province orientale e sud-occidentale, mentre nelle province occidentali della Mecca e la Medina si vota il 21 aprile. Il voto, il primo dalle elezioni provinciali del 1963, è accolto con favore come un primo passo dall’amministrazione americana di George Bush che preme per l’avvio di un processo democratico nell’area. Il regno si è fatto assistere nella preparazione del voto dall’Onu, consulenti tedeschi e da una società del Nebraska specializzata in software elettorale. Malgrado le pressioni internazionali, il governo ha escluso dal voto le donne, adducendo come scusa le difficoltà logistiche nell’approntare seggi separati per i due sessi. La decisione, in questa società dove vige una rigidissima separazione fra uomini e donne, è approvata dal 60 % delle persone di sesso maschile residenti a Riad, secondo un recente sondaggio apparso sui giornali.


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