Cultura
Arabi contro il terrorismo. Da Hezbollah a Al Azhar una condanna unanime
Si sono ritrovati in Egitto, alla Biblioteca Alexandrina, la più grande di tutta l'area mediterranea. Intellettuali arabi, di orientamento laico o religiosi, hanno espresso la loro condanna del terrorismo e hanno rilanciato sul "che fare?"."L'estremismo religioso è uno dei più grandi problemi che gli arabi si trovano oggi ad affrontare", ha detto il segretario generale della Lega Araba Nabil al-Araby in apertura del dibattito
di Marco Dotti
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Erano 250 nella sala conferenze della Biblioteca Alexandrina. Intellettuali, di orientamento laico o religiosi, cristiani e rappresentanti di Al Azhar , politici e analisti per un "brainstorming" durato tre giorni al termine del quale è stata non solo unanime la condanna dell'attentato alla redazione di Charlie Hebdo, ma anche ferma la decisione di lavorare per uscire da un'impasse che sembra aver spinto in un angolo anche le istituzioni politiche dei paesi arabo-sunniti.
Al termine dei tre giorni è stato stilato un memorandum contro l'estremismo da presentare al vertice dei Paesi arabi che si terrà nel marzo prossimo. "L'estremismo religioso è uno dei più grandi problemi che gli arabi si trovano oggi ad affrontare", ha detto il segretario generale della Lega Araba Nabil al-Araby in apertura del dibattito.
Amr Al-Choubaky, direttore del Centro studi e strategie Al-Ahram, noto per le sue ricerche sui "Fratelli musulmani", ha raccontato un aneddoto: " Due mesi fa mi trovavo in Tunisia, quando 20 soldati sono stati uccisi in un attacco vicino al confine con l'Algeria. Tutti sappiamo che fra esercito e potere centrale c'è una separazione".
Quello che voleva dire Amr Al-Choubaky è che ai suoi occhi risuona falsa l'affermazione che fra governi e esercito vi siano legami strettissimi. A riprova della sua tesi vi sarebbe il fatto che "i gruppi terroristici prendono oramai di mira tanto i civili, quanto i militari". Segno che costituiscono una sorta di contropotere, liquido e diffuso: "questi gruppi terroristici crescono perché c'è un ambiente sociale, culturale ed economico propizio a tale crescita. Questo significa che dobbiamo lavorare non solo mostrando come la loro ideologia si opponga alla vera fede, ma dobbiamo disinnescare il loro potere di attrazione".
Favorire la riconciliazione
Un potere di attrazione che – ha detto Gregorio III, patriarca della Chiesa greco-cattolica, presente all'incontro alla Biblioteca Alexandrina – prende gran parte della propria forza dal conflitto arabo-israeliano che "spinge i cristiani a emigrare".
Eppure, ha concluso il Patriarca, <"noi, come cristiani e musulmani, siamo un corpo solo. Uno completa l'altro e possiamo essere un unico scuido contro il terrorismo che sfida il credo di tutte le religioni. Chiedo che per la riconciliazione sia costituito un gruppo di lavoro congiunto di cristiani e musulmani per promuovere una carta con i nostri valori fondamentali".
In questo senso, comune è stato il richiamo a tutte le autorità religiose nel non diffondere erronee o superficiali intepretazioni del jihad o del ruolo della donna.
Una questione che rimane aperta, certamente, ma qualcosa anche nel mondo arabo-musulmano si muove. Aprire un dialogo con autorità e intellettuali di questo mondo, anziché cercare la disputa da salotto, sarebbe proficuo per tutti.
@oilforbook
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