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Aquarius: Massima allerta sulle provviste di cibo

Per il momento la situazione a bordo è stabile ma il ritardo nello sbarco mette a rischio i pazienti più fragili: 7 donne incinte e 15 persone con gravi ustioni chimiche, altre con principi di annegamento e ipotermia. E nel frattempo, Aloys Vinard, coordinatore della missione di MSF sull'Aquarius dichiara: «Abbiamo cibo per oggi ma da stasera non ne avremo abbastanza per tutti»

di Ottavia Spaggiari

629 persone salvate dall’acqua, provatissime e traumatizzate sono bloccate da ore interminabili a largo delle coste italiane, ostaggio di un braccio di ferro tra governo italiano, Malta ed Europa. Tra questi 123 minori tra i 13 e i 17 anni, 11 bambini piccoli e 7 donne incinte. Il Ministro dell'Interno e Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, continua a non assegnare alcun porto all’Aquarius la nave umanitaria gestita da SOS Mediterranee in collaborazione con Medici Senza Frontiere che, tra sabato e domenica ha effettuato 6 complesse operazioni di soccorso.
«Il nostro obiettivo è lo sbarco in un porto sicuro delle 629 persone a bordo, tra queste diverse sono in condizioni difficili», ha spiegato a Reuters Mathilde Auvillain, portavoce di Aquarius.

Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato della clinica dei diritti dell’università di Palermo, ha sottolineato come quella di Salvini sia una violazione del diritto internazionale, sottolineando che: «La Convenzione SAR di Amburgo del 1979 impone un preciso obbligo di soccorso e assistenza delle persone in mare ed il dovere di sbarcare i naufraghi in un porto sicuro (place of safety) indicato dal paese che ha assunto il ruolo di Autorità SAR competente. Generalmente il primo paese che riceve le chiamate di soccorso è proprio l’Italia ed oggi queste chiamate arrivano soprattutto da assetti aeronavali militari appartenenti a paesi dell’Unione Europea», ha scritto Vassallo, «Non esistono porti di sbarco “più sicuri”, o “più vicini” soltanto per convenienza politica dei governi. La definizione del POS, porto sicuro di sbarco è fornita dalle Convenzioni internazionali, non muta per una valutazione opportunistica di un ministro dell’interno».


Massima allerta sulle provviste. Come ha dichiarato Aloys Vinard, coordinatore di MSF, «Abbiamo cibo per oggi ma da stasera non ne avremo abbastanza per tutti».
Nel frattempo via Twitter, MSF fa sapere che al momento la situazione è stabile ma questo «ritardo non necessario nello sbarco in un porto sicuro, mette i pazienti a rischio, in particolare: 7 donne incinte e 15 persone con gravi ustioni chimiche, altre con principi di annegamento e ipotermia».

Numerosissime le manifestazioni di solidarietà per l'Aquarius. Silvia Stilli, portavoce di AOI, ha dichiarato che, in questo modo, «Salvini nega la speranza di vivere a 623 persone». Su Twitter l'hashtag #umanitàaperta, per indicare il sostegno alla nave, è da ore in trending topic. Sono inoltre diversi i sindaci del sud che hanno manifestato la volontà di aprire i propri porti all'imbarcazione umanitaria.

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