Non profit

Apre anche in Italia una libreria senza dipendenti

Inaugurazione il 7 aprile a Bergamo per "Qualcosa in più", libreria gestita solo da volontari i cui utili andranno a finanziare progetti sociali in Italia e all'estero. Un'iniziativa della Diocesi che ricalca altre esperienze di successo già sperimentate nel mondo

di Gabriella Meroni

L’antisegnana è a New York: si chiama Housing Works (nella foto, la vetrina principale), è una libreria gestita da volontari dell’associazione Act Up e dal 1996 raccoglie fondi per aiutare i malati di Aids. Adesso però anche l’Italia ha la sua prima “libreria solidale”, che sta a Bergamo e aprirà i battenti il 7 aprile. Un po’ bottega della solidarietà, un po’ presidio contro la crisi del libro cartaceo, il negozio – sulla cui insegna si legge “Qualcosa in più” – in realtà esiste da molto tempo: prima si chiamava “Buona Stampa” ed era gestita dalla Sesaab, la società editrice del quotidiano L’Eco di Bergamo; oggi è passata in gestione alla Fondazione Adriano Bernareggi, sempre legata alla Diocesi della città, che la manderà avanti attraverso un Comitato di Gestione. Ma la vera novità non è questa.

Le due caratteristiche fondamentali che rendono questa libreria davvero unica sono altre: la prima riguarda i commessi e il direttore del negozio, che saranno tutti volontari; la seconda è relativa al cambiamento del fine commerciale, che si trasforma da profit tout court a not for profit, ovvero a favore di un obiettivo sociale. «L’utile di esercizio della gestione annuale sarà devoluto a progetti di solidarietà missionaria e di attenzione alle fragilità sul nostro territorio», ha annunciato don Giambattista Boffi, responsabile di “Qualcosa in più”. «Anche questo è il “qualcosa in più” che l’esercizio vuole offrire». Vai al sito della libreria

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