Welfare
Approvata mozione sul lavoro dei disabili
Nel testo si chiede l'applicazione della legge 68 e la valorizzazione di esempi positivi di inserimento
È stata approvata martedì 25 ottobre nella Commissione Lavoro della Camera una mozione con cui si impegna il governo a promuovere l’inserimento lavorativo dei disabili. La mozione afferma che è necessario «investire con convinzione nelle politiche attive, rafforzando il sistema istituzionale ai vari livelli di governo (statale, regionale e locale), per poter promuovere, favorire e sostenere ogni progetto in grado di incrementare le occasioni di ingresso dei disabili nel mondo del lavoro» e per questo impegna il governo a svolgere tre azioni in questo senso: dare piena attuazione alla legge 68; intraprendere e valorizzazione azioni di inserimento lavorativo; premiare le esperienze significative e di successo in questo settore. Ma ecco il testo della mozione nella parte in cui «impegna il Governo»:
a) a salvaguardare quanto sinora realizzato in materia di inserimento lavorativo delle persone disabili, continuando a dare piena attuazione ai principi della legge n. 68 del 1999 sul collocamento obbligatorio degli invalidi, e a programmare nuove strategie e interventi, anche sperimentali, al fine di creare le migliori opportunità per una reale integrazione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro, in coerenza con quanto sancito dalla Convenzione Onu sulla disabilità, anche monitorando l’applicazione dell’articolo 9 del decreto-legge n. 138 del 2011, al fine di contrastare, a tutti i livelli istituzionali, fenomeni di segregazione occupazionale e lavorativa di tali soggetti;
b) a valorizzare – anche con il coinvolgimento degli organismi e delle sedi di concertazione esistenti, in primis l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità – il confronto interistituzionale tra i competenti organismi statali, regionali e locali, con la rete delle organizzazioni private, cooperative e del privato sociale, al fine di rafforzare ogni possibile iniziativa che, tenuto conto della legislazione vigente, sia diretta a favorire una positiva azione di stimolo e sostegno a percorsi di inserimento lavorativo dei disabili, che mirino all’integrazione di tali soggetti nel tessuto produttivo del Paese, costituito prevalentemente da piccole e medie imprese, a tal fine stimolando, in particolare, ogni possibile iniziativa da parte delle amministrazioni provinciali, attraverso i propri centri per l’impiego;
c) a valutare la possibile introduzione, anche in via sperimentale, di sistemi in grado di valorizzare le esperienze lavorative più significative, specialmente nell’ambito delle amministrazioni pubbliche e delle piccole e medie aziende, capaci di premiare l’effettiva integrazione delle persone con disabilità all’interno dei rispettivi progetti lavorativi, nel rispetto di quanto sancito dalla citata legge n. 68 del 1999 e dalla Convenzione Onu sulla disabilità; a tal fine, si raccomanda di attuare azioni positive con la rete dei servizi, in modo da rendere stabile l’inserimento lavorativo e verificare al meglio le prevalenti competenze e abilità professionali di tali lavoratori, oltre che la loro collocazione – ove possibile, valutando un ampliamento delle relative quote di riserva – nei posti nei quali essi dimostrino un migliore rendimento professionale e gradimento.
(8-00152)
«Moffa, Schirru, Poli, Paladini, Antonino Foti, Fedriga, Bellanova, Codurelli, Damiano, Rampi, Berretta, Gnecchi, Gatti, Castagnetti, Marchi, Livia Turco, Capodicasa, Pedoto, Farinone, Bucchino, Brandolini, Strizzolo, Miglioli, Mattesini, Siragusa, Coscia, Laratta, Braga, Murer, Motta, Sbrollini, Bobba, Binetti, Delfino, Ruggeri, Calgaro, Nunzio Francesco Testa, Anna Teresa Formisano, Aniello Formisano, Palagiano, Mura, Borghesi».
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.