Politica
Approvata all’unanimità la delega sulla disabilità
L'Assemblea, lunedì 20 dicembre, ha approvato all'unanimità, in via definitiva, il ddl n. 2475 di delega al Governo in materia di disabilità, collegato alla manovra di bilancio. Ora venti mesi per i decreti attuativi
di Redazione
Il Senato ha dato il via libera al ddl delega sulla disabilità con 206 voti favorevoli e nessun voto contrario. È l’approvazione definitiva, dopo il via libera dato dalla Camera lo scorso 9 dicembre.
La ministra Stefani, intervenendo in Aula, ha sottolineato la necessità di un «cambiamento vero nella visione del mondo delle disabilità, affinché si possa arrivare a una vera solidarietà. Penso che nel periodo del Covid, se vi erano e vi sono delle crepe nelle istituzioni e nei meccanismi, esse sono state ancor più evidenziate. La disabilità ha proprio la caratteristica di mettere sotto stress il sistema e se vediamo che un sistema, messo sotto stress, funziona per le persone con disabilità, allora può funzionare veramente per tutti. Questa è la grande sfida che dobbiamo raccogliere dal mondo della disabilità». Sulle risorse ha ammesso che «le riforme e gli interventi non camminano se non sulle gambe delle risorse. Vi è uno stanziamento che è stato predisposto per questa legge delega, che riguarda in particolare i nuclei di valutazione multidimensionale e multidisciplinare. Sono però certa che, nel momento in cui partirà il volano del mondo delle disabilità, tutti i Governi a venire e chi deciderà delle future legge di bilancio terranno in debita considerazione un sistema che dovrà essere sottratto al pietismo e alla donazione di Natale, ma che deve poter contare su risorse strutturali e fondamentali: solo così si riuscirà veramente a dare una risposta alle esigenze».
Il mondo della disabilità «non ha un solo comandante, non c'è un ramo dell'amministrazione dello Stato che disciplina esclusivamente il mondo delle disabilità. Il mondo della disabilità è frutto di una grandissima rete, che funziona nel momento in cui vi è collaborazione e co-progettazione e in cui si crea l'interdisciplinarietà: vi sono competenze dello Stato, delle Regioni e dei Comuni e c'è il coordinamento con il terzo settore e con il mondo delle famiglie. Solo così si può dare una risposta effettiva».
Molti gli ordini del giorni approvati, con parere favorevole del Governo, che impegnano il Governo – tra le altre cose – a valutare l'opportunità che contestualmente alla approvazione della legge si lanci una grande campagna di informazione presso l'opinione pubblica perché le persone con disabilità siano considerate come parte integrante della società; a valutare l'opportunità di una revisione della normativa al fine di prevedere l'estensione ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti delle agevolazioni per maternità e paternità per chi ha un figlio con disabilità; a valutare l'opportunità di una revisione della legge n. 68 del 1999 al fine di prevedere una disciplina maggiormente dettagliata in merito alle modalità di svolgimento delle prove per l'accertamento dell'idoneità nelle procedure di avviamento mediante chiamata numerica, stabilendo criteri e modalità di selezione diversificati per le varie categorie di soggetti interessati e tenendo maggiormente conto delle specificità delle disabilità di ciascuna categoria in relazione al posto di lavoro ed alla mansione per il quali sono richiesti; a garantire più ampie tutele, nonché una definizione giuridica e un trattamento salariale e previdenziale uniforme, al personale destinato all'assistenza per l'autonomia e per la comunicazione personale; a prevedere incentivi economici per i comuni che intendono realizzare, in forma singola o associata, parchi giochi inclusivi.
In una nota la ministra Stefani ha ribadito che «la Legge delega sara' la cornice normativa in cui inquadrare un nuovo approccio che abbia al centro la persona con disabilita' e tutti gli aspetti della sua vita, le relazioni, i desideri, le ambizioni, la quotidianita'. Si realizza cosi' l'obiettivo del progetto di vita personalizzato e partecipato, essenza della convenzione Onu. L'Italia fa un passo importante verso una societa' veramente inclusiva grazie ad un'innovazione strutturale che e' un segnale di attenzione importante anche guardando al futuro: e' un risultato di tutti, un risultato del Paese».
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