Non profit

Applicazione dello standard di Responsabilità Sociale SA8000 (Social Accountability)

Le aziende attente al tema della Responsabilità Sociale si impegnano a superare la mera osservanza delle norme giuridiche introducendo codici di condotta volontari più restrittivi e votati al miglioramento continuo

di Associazione Istituto Cortivo

La SA (Social Accountability) 8000 è una norma internazionale che ha genesi diversa da quella delle disposizioni tipo ISO: al contrario di queste non ha una matrice europea, ma prende le prime mosse dagli Stati Uniti e si prefigge un suo accoglimento a livello mondiale; in secondo luogo non certifica qualità della produzione o del prodotto, bensì rispetto dei diritti umani dei lavoratori (in particolare donne e minori) e dei consumatori, nonché dell’ambiente.
Il principio ispiratore è quello dell’etica sociale della produzione che sempre più si va facendo strada nelle coscienze di chi, a monte della produzione vera e propria, ha a cuore le responsabilità prime e le modalità attraverso le quali il mondo industriale, e aziendale in genere, si propone, soprattutto con riferimento ai diritti di chi lavora, di chi utilizza il prodotto e dell’ambiente interno ed esterno alle imprese.


Le aziende che adottano tali normative, in genere, hanno già fatto propri in precedenza ed in autonomia “codici etici” che prevedono i contenuti principali, ma desiderano entrare in quest’ottica assai più nello specifico.
La norma è venuta ad esistenza nell’ormai lontano 1997, ma nel 2001 e recentemente nel 2008 si sono verificate significative integrazioni e modifiche.
Ad oggi, nel mondo circa 1800 aziende sono certificate SA8000, di queste 850 sono italiane: il nostro Paese, infatti, ha il numero maggiore di certificazioni a livello mondiale, in particolare in Toscana, dove la legislazione regionale ha previsto interessanti sgravi fiscali per le società che adottino tale normativa. L’osservazione appare confortante, in un mondo nel quale siamo spesso tra i fanalini di coda nel metterci al passo con le prassi più moderne e lodevoli, e nella considerazione che tutto il sistema, per quanto datato anni ’90, muove di fatto i suoi primi passi da tempi recenti.
La norma invece ha purtroppo scarsissima applicazione nei paesi dell’Est, le cui condizioni produttive più che altrove avrebbero bisogno di adeguarsi a criteri di responsabilità verso i lavoratori e la società intera: è noto infatti che alcune economie oggi in rapidissima evoluzione possono anche far conto su condizioni ambientali interne ed esterne alle aziende che le favoriscono rispetto a quelle dei paesi occidentali tradizionalmente maggiormente progrediti, che sono più rispettosi di modelli normativi ed etici avvertiti come imprescindibili.
Tramite l’adozione della SA8000 da parte dell’azienda, una direzione del personale può:
– dimostrare con certificazione la correttezza della propria gestione
– acquisire e utilizzare gli strumenti di sistema proceduralizzati (politica e impegno al miglioramento, implementazione e riesami periodici, ruoli e responsabilità, formazione/informazione del personale e dei dirigenti, reclami e appelli, documentazione/registrazioni, comunicazione interna ed esterna) per migliorare l’efficacia e l’efficienza della gestione
– evidenziare le esigenze di chiarezza nella gestione delle risorse umane come fattore di miglioramento delle performances aziendali
– aumentare la soddisfazione dei dipendenti e la loro fidelizzazione all’azienda, rispondendo ai loro bisogni di “eticità” e correttezza emersi da tutti gli ultimi sondaggi
– migliorare l’appeal dell’azienda nei riguardi delle migliori candidature nelle ricerche di personale specialistico
– facilitare i rapporti con i sindacati, interni e/o esterni (“pre-giudizio” di correttezza gestionale)
– prevenire tramite i sistemi dei reclami, l’insorgere o il perdurare di cause di malessere che possano deteriorare il clima aziendale
– prevenire la possibilità di abusi e violenze, psicologiche o sessuali, e le relative cause giudiziarie.
Realizzare perciò un vero e proprio salto di qualità, trasformando un costo (quello di gestione e amministrazione del personale) in un valore dell’azienda, anche economico, spendibile sul mercato in termini di affidabilità/reputazione, per gli azionisti, i clienti, le banche, le pubbliche amministrazioni.
Da una relazione di una piccola azienda di produzione di biscotti tradizionali toscani, si legge tra l’altro: “Sinteticamente possiamo indicare le motivazioni principali della nostra scelta di certificazione SA8000:
– valori guida della direzione aziendale nei confronti di una critica globale-locale sul modello di sviluppo
– possibilità di trasmettere verso l’esterno, non come individui, ma come soggetto imprenditoriale, questi valori guida
– necessità di verificare che tali valori guida siano prima di tutto applicati e rispettati dentro la propria organizzazione
– volontà di farsi portavoce di tali valori nei confronti dei diversi stakeholders, in primis nella catena di fornitura
– interesse ad utilizzare il passaporto della responsabilità sociale come fattore di vantaggio nei confronti della concorrenza.
Vi sono diversi aspetti – prosegue la relazione – che vanno valutati come positivi, che non possono essere quantificati in termini monetari.
In primo luogo, una nuova forma di comunicazione con il personale dipendente che, se inizialmente può mostrarre scetticismo verso il progetto, successivamente dimostra di apprezzare le scelte fatte e si rende più partecipe all’attività dell’azienda.
In secondo luogo, l’apertura verso l’esterno, verso i cosiddetti stakeholders (es.: enti pubblici).
Questo aspetto è stato quello più entusiasmante, che significa uscire dal guscio della ristretta attività d’impresa e dialogare con soggetti che non avrebbero fatto parte delle normali relazioni aziendali. E’ anche l’aspetto dove c’è più da scoprire, da inventare, da sperimentare, ed è un ambito dal quale si prospettano sorprese positive per il futuro.
In terzo luogo il coinvolgimento della catena di fornitura. Nel mercato delle aziende che vendono beni al consumatore finale sarebbe di forte stimolo alle pratiche di Responsabilità Sociale d’Impresa un ruolo proattivo da parte delle imprese della grande distribuzione: perché accanto allo scaffale del bIO, dell’equo e solidale, non inserire lo scaffale di prodotti di aziende socialmente responsabili?
Sono osservazioni che si commentano da sole e fanno sperare che per il futuro un numero crescente di imprese si accosti a queste discipline, così significative per la diffusione del benessere generale.

(Fonte: Studio Cataldi www.studiocataldi.it, 05/12/2008 – Autore: Aldo Carpineti)

Le aziende attente al tema della Responsabilità Sociale sono responsabili del comportamento che adottano per la produzione di beni e servizi e si impegnano a superare la mera osservanza delle norme giuridiche introducendo codici di condotta volontari più restrittivi e votati al miglioramento continuo. A tal fine scelgono di certificarsi applicando lo standard SA8000, sigla di Social Accountability (Responsabilità Sociale), secondo la norma elaborata nel 1997 ed aggiornata nel 2001 del SAI (Social Accountability International).
Nel 2005 l’Istituto Cortivo ha ottenuto per le sue attività di progettazione ed erogazione di attività formative nel sociale la certificazione della conformità ai requisiti della norma SA 8000:2001 del Sistema di Responsabilità Sociale adottato.


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