Volontariato

Appello Unhcr: aprite le frontiere per gli afghani in fuga

Un invito ai governi dall'Alto commissario Lubbers

di Redazione

L’Alto Commissario Ruud Lubbers ha nuovamente esortato i governi a tenere le proprie frontiere aperte agli afghani in fuga, anche per il deteriorarsi della situazione nel loro paese. Lubbers ha inoltre chiesto una risposta internazionale congiunta alla drammatica condizione dei civili afghani, che sono direttamente danneggiati dall’attuale situazione di insicurezza nel paese.

”Riteniamo che a causa dell’attuale situazione in Afghanistan e’ ancora piu’ importante incoraggiare tutti i paesi – compresi i paesi confinanti – a non chiudere le proprie frontiere” ha dichiarato Lubbers. Lubbers ha poi affermato che l’UNHCR sta chiedendo ”protezione temporanea” per gli afghani che fuggono dal proprio paese, aggiungendo che l’Agenzia provvederebbe poi a ”collaborare con tutte le parti coinvolte perche’ i rifugiati possano appena possibile far ritorno nel proprio paese e per trovare altre soluzioni per ripartire l’onere”. L’Alto Commissariato, con il sostegno dei donatori, assistera’ i paesi confinanti con l’Afghanistan in tutte le operazioni di assistenza ai rifugiati afghani nei loro territori. Mentre la comunita’ internazionale e’ impegnata per combattere globalmente il terrorismo, Lubbers ha dichiarato che e’ necessaria anche una ”coalizione umanitaria” che faccia fronte alle necessita’ dei civili. L’UNHCR ha oggi rivolto un appello ai donatori affiche’ contribuiscano 6 milioni di dollari per coprire i costi della fase iniziale dell’emergenza nell’intera regione, come l’immediato dispiegamento di personale di emergenza, la predisposizione di aiuti e le attivita’ di pianificazione dell’emergenza.

Le agenzie umanitarie hanno in programma la prossima settimana di rivolgere un appello congiunto per l’Afghanistan e l’intera regione, nel quale la quota piu’ rilevante servira’ per finanziare le attivita’ dell’UNHCR. L’UNHCR sta ordinando 20mila tende ai fornitori in Asia meridionale per incrementare gli stock di emergenza nella regione, mentre 20mila set da cucina stanno per essere inviati in Pakistan dal deposito di Dubai. I fondi di emergenza richiesti oggi si aggiungono all’attuale budget dell’UNHCR per le attivita’ in Afghanistan, Iran e Pakistan nel 2001, che ammonta a 46,7 milioni di dollari. Ieri il Canada ha annunciato un contributo di 1 milione di dollari. Il personale UNHCR in Pakistan ha preparato una valutazione delle necessita’ iniziali per l’assistenza di base a circa 100mila afghani.

Circa 15mila rifugiati sono gia’ arrivati nel paese. Sono 25 gli operatori dell’UNHCR che entro le prossime 72 ore si recheranno in Pakistan. I tre team di emergenza saranno dislocati a Islamabad, Peshawar e Quetta, dove collaboreranno con gli uffici esistenti per un eventuale afflusso di rifugiati afghani. I team sono composti di esperti di emergenze, specialisti di assistenza legale e personale specializzato in fornitura di acqua, assistenza sanitaria, pianificazione delle aree dove allestire campi, logistica, telecomunicazioni, sicurezza del personale e altri settori. Nella provincia pakistana della Frontiera nord occidentale (NWFP) hanno gia’ messo a punto piani per riaprire 80 ex insediamenti di rifugiati che potranno ospitare 800mila eventuali nuovi arrivi. A Quetta, nella provincia pakistana del Balochistan, ci sono segnali positivi che venga consentito di allestire nuovi campi vicino alla frontiera: il Governo pakistano continua a sostenere che i nuovi arrivati debbano essere alloggiati in campi rigorosamente separati da quelli dove alloggiano gli afghani rifugiati da anni in Pakistan.

Il personale UNHCR che opera lungo la frontiera occidentale dell’Iran con l’Afghanistan prosegue gli incontri con le autorita’ iraniane e le identificazioni di aree lungo la frontiera dove enventualmente allestire campi. Secondo i funzionari dell’ufficio iraniano per l’immigrazione (Bureau for Aliens and Foreign Immigrant’s Affairs – BAFIA) circa mille afghani sarebbero ammassati nella citta’ di frontiera afghana di Zaranj, a ovest di Kandahar, dal lato della citta’ iraniana di Zabol. Il gruppo non avrebbe ancora attarversato la frontiera. Secondo le autorita’ inoltre 500 afghani avrebbero attraversato la frontiera in Iran attraverso il Pakistan a Mir Javeh. L’UNHCR ha richiesto che – finche’ la situazione in Afghanistan non migliorera’ – vengano sospesi tutti i rimpatri forzati di cittadini afghani che si trovano irregolarmente in Iran. L’UNHCR, congiunatmente con il BAFIA, prosegue nella predisposizione di aiuti umanitari – provenienti da Torbat-Jam, Khaf e Dogharoun – lungo la frontiera iraniana con l’Afghanistan. L’Agenzia ha preso contatto con le autorita’ aeroportuali di Mashad per verificare la capacita’ dell’aeroporto di sostenere voli umanitari di grandi aerei cargo. Negli stati dell’Asia centrale, il personale UNHCR sta stabilendo meccanismi di coordinamento con i governi, gli organismi non governativi (Ong) e le agenzie delle Nazioni Unite. Gli uffici dell’UNHCR nella regione hanno rafforzato i contatti con gli interlocutori governativi sulla necessita’ di tenere le frontiere aperte. In Uzbekistan, l’UNHCR ha un ufficio a Termez, al confine merdionale del paese con l’Afghanistan, che potrebbe essere utilizzato come base per le operazioni umanitarie. Il Tagikistan ha affermato di consentire il passaggio di convogli umanitari anziche’ di assistere i rifugiati all’interno del paese.

Le autorita’ tagiche hanno suggerito che le scorte di aiuti vengano assemblate sul luogo. Il ministero degli affari esteri del Turkmenistan ha affernato che il proprio paese, che confina solo per un breve tratto con l’Afghanistan, e’ pronto a collaborare con l’UNHCR. Mentre le autorita’ del Kirgyzistan, stato che non confina con l’Afghanistan, hanno reso noto che onoreranno i loro impegni internazionali.

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