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Appello parlamentari: l’Italia continui a sostenere la pace

Tonini e Scanu (Pd) chiedono che il governo risponda all'appello dell'Unamid in vista del referendum di gennaio

di Redazione

«L’appello di aiuto della missione di peacekeeping in Sudan non resti inascoltato». E’ quanto chiedono i senatori del Partito democratico Giampiero Scanu, capogruppo in Commissione Difesa, e Giorgio Tonini, capogruppo in Commissione Esteri, promotori della richiesta di audizione dell’inviato speciale dell’Onu, Ibrahim Gambari, capo missione Unamid (Nazioni Unite-Unione Africana).

«Comprendiamo l’empasse di questi giorni per la crisi di governo» sottolineano i senatori Pd «ma non si possono ignorare questioni internazionali, che vedono coinvolto con grandi responsabilità il nostro Paese, come il mantenimento della pace in Sudan».

L’Italia, hanno ricordato, e’ garante dell’Accordo del 2005 che ha posto fine a una guerra civile ultra ventennale tra Nord e Sud Sudan. «Ora quell’accordo e’ a rischio per l’approssimarsi del referendum di indipendenza del meridione del Paese previsto nel gennaio 2011» hanno avvertito. «Le tensioni, sempre piu’ alte, hanno provocato scontri sia in Sud Sudan sia in Darfur, dove tra l’altro continuano gli attacchi dell’esercito sudanese alle postazioni dei ribelli che si contrappongono a Khartoum. Per questo riteniamo importante raccogliere l’appello dei vertici di Unamid che chiedono sostegno ai Paesi che hanno promesso contributo di mezzi e di uomini alla missione, come l’Italia che aveva previsto e finanziato un contingente di 100 unità e due velivoli – stanziando sei miliardi di euro – poi annullato per problemi tecnici legati alla mancata concessione dei visti».

Per chiarire questa vicenda e per ascoltare le richieste di Unamid, hanno concluso Scanu e Tonini, “sollecitiamo al piu’ presto la programmazione dell’audizione di Gambari affinche’ l’Italia non si sottragga agli impegni presi con un Paese che ha bisogno, oggi piu’ che mai, di aiuto per mantenere la pace».

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