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Appello delle ong all’Ue, no al rifinanziamento della BEI

Parte oggi una campagna, "Senza riforma niente finanziamento", che vuol convincere i governi europei ad una profonda riforma della BEI prima di concederle il capitale richiesto.

di Redazione

Oltre 30 ONG e associazioni di 16 paesi hanno lanciato oggi, con una conferenza stampa tenutasi a Bruxelles, la campagna “Senza riforma niente finanziamento”, che ha l’obiettivo di convincere i governi europei a realizzare una profonda riforma della BEI prima di concederle il sostanzioso aumento di capitale richiesto. Le riforme piu’ urgenti riguardano la trasparenza e l’accesso all’informazione, l’adozione di standard e procedure ambientali e di un chiaro mandato in sostegno allo sviluppo sostenibile, una gestione controllata e responsabile e uno staff preparato. In tutti questi aspetti la BEI si presenta gravemente carente e molto indietro rispetto ad altre istituzioni finanziarie internazionali, come la Banca Mondiale e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Basti dire, ad esempio, che laddove quelle dispongono di esperti, uffici studi e linee guida ambientali, la BEI ha solo un unico esperto ambientale, che dovrebbe esprimere pareri su un complesso di prestiti per progetti che in valore quantitativo sono superiori al portfolio della stessa Banca mondiale. Cio’ avviene, evidentemente, non senza conseguenze per l’ambiente e per coloro che dovrebbero beneficiare da questi progetti. Le associazioni che conducono la campagna hanno presentato casi di progetti molto discutibili sul piano ambientale e sociale, che vanno dal Ponte di Bratislava in Slovacchia, all’oleodotto Ciad-Camerun, passando per il progetto petrolifero Val d’Agri in Italia. ” E’ grave che la BEI oggi nella sua conferenza stampa annuale – ha detto Jaroslava Calajacomo della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale – non si degni ancora di affrontare seriamente questi problemi. La Banca dovrebbe promuovere lo sviluppo sostenibile nei luoghi dove finanzia progetti senza danneggiare l’ambiente e le comunita’ coinvolte e rispettando nel contempo le direttive e le strategie europee in materia di ambiente e sostenibilità. Ma i nostri casi studio dimostrano esattamente il contrario”. “La BEI è una istituzione di grande importanza – ha aggiunto Magda Stoczkiewicz, che guida la campagna per gli Amici della Terra Europei, – che ha un capitale di 100 miliardi di euro e oggi chiede ai governi europei un aumento di questo del 75%. Tuttavia si comporta come un’istituzione indipendente e segreta che non permette all’Ombundsman Europeo o all’Ufficio Europeo Frodi (OLAF) di interferire nelle sue attività e controllare i suoi documenti. I meccanismi di controllo esistenti oggi sono molto deboli e di fatto Commissione e Parlamento non hanno alcuna voce in capitolo. I cittadini europei non possono piu’ tollerare una tale situazione”. “Per questo – osservano gli Amici della Terra Italia, per bocca di Laura Radiconcini – abbiamo scritto ieri insieme alla campagna per la riforma della Banca Mondiale al Ministro Tremonti e al direttore Bini-Smaghi (che sono rispettivamente uno dei 15 direttori e uno dei 23 governatori della BEI) chiedendogli di condizionare il rifinanziamento all’attuazione di una serie dettagliate di riforme concrete”.


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