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Appello al Parlamento Sì a una legge per acquisti più trasparenti

Chissà quante volte ci siamo chiesti se la camicia che indossiamo è stata ottenuta con il lavoro di bambini o se l’ananas che ci gustiamo è stato irrorato con pesticidi pericolosi.

di Redazione

Chissà quante volte ci siamo chiesti se la camicia che indossiamo è stata ottenuta con il lavoro di bambini o se l?ananas che ci gustiamo è stato irrorato con pesticidi pericolosi. Domande destinate a rimanere senza risposta, perché non esiste ancora una legge che obblighi le imprese alla trasparenza sulle condizioni sociali e ambientali della produzione. Tutti noi quindi rischiamo di essere complici inconsapevoli di forme di sfruttamento e inquinamento.
Per porre fine a questa situazione è sorta la campagna nazionale ?Acquisti trasparenti? con lo scopo di ottenere una legge che responsabilizzi le imprese sulle condizioni sociali e ambientali. In altre parole, si chiede l?obbligo per le imprese di pubblicare annualmente un rapporto sugli aspetti sociali e ambientali della loro produzione; l?istituzione di una Autorità di vigilanza sul rispetto delle dignità del lavoro; l?istituzione di un marchio di qualità sociale da attribuirsi alle imprese che rispettino i diritti dei lavoratori in tutto il mondo.
Già nel 1999 si sono raccolte 160 mila firme in calce a una petizione che ha portato in Parlamento una proposta di legge su questi temi; ora inizia una fase delicata che dovrà portare alla discussione e votazione del testo. Per questo i promotori della campagna – Aifo, Ctm, Centro nuovo modello di sviluppo, Manitese e Amnesty International – hanno preparato alcune cartoline da compilare e spedire alla Commissione Industria della Camera e al presidente del Senato Mancino.
Per avere informazioni e ricevere le cartoline contattare Manitese tel. 02.4075165, Internet www.manitese.it/trasparenti

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