Cultura
Appello al dialogo dei leader cristiani del Medioriente.
Dal male può sorgere il bene. Questa la speranza espressa dal segretario generale della Conferenza dei vescovi latini delle regioni arabe all'agenzia vaticana Fides
Dal male può sorgere il bene. Dalla tragedia di New York può nascere un’occasione di dialogo e di pace per il Medio Oriente. E’ il messaggio di speranza che, tramite l?agenzia d?informazione vaticana Fides, lanciano i leader cristiani della regione mediorientale. Mons. Michel Sabbah, Patriarca latino di Gerusalemme, condannando il terribile crimine ha espresso la sua solidarietà e ha affermato che “la Chiesa in Terra Santa è vicina al popolo americano con la preghiera e chiede a Dio di concedere speranza in questi momenti difficili”. Parlando a Fides, padre Pierre Grech, Segretario Generale della Conferenza dei Vescovi latini delle Regioni Arabe (CELRA), ha ribadito: “Siamo sotto shock davanti al dramma che ha colpito l’umanità. Ma questa tragedia può avere l’effetto di scuotere i capi e le popolazioni di Israele e Palestina e indurli a ritrovare la via del dialogo e della pace. E’ il solo bene che può ricavarsi da un male così grande. Oggi non esiste un progetto politico sul conflitto. Siamo nel buio più assoluto e la disperazione aiuta la violenza. Speriamo che da questa tragico evento possa scaturire una svolta di pace”. P. Grech nota che l’odio antiamericano in Medio Oriente è cresciuto dopo le scelte di politica estera dell’amministrazione Bush: “La gente è delusa e lo considera troppo filoisraeliano Per il futuro si pone il problema della posizione americana verso il mondo islamico. Vi sono molti nodi da sciogliere: le questioni legate a Gerusalemme, la Palestina, l’Irak, l’Iran”. In conclusione afferma: “Nel terzo millennio una delle sfide maggiori per l’Occidente e la cristianità è quella dei rapporti con l’Islam. Il secolo sarà segnato da un antagonismo culturale, che rende sempre più forte l’esigenza di coltivare un dialogo fra le civiltà”. Dopo l’attentato di New York si sono espressi pure i leader cristiani del Middle East Council of Churches (MECC), che riunisce chiese cattoliche, ortodosse e protestanti del Medio Oriente. Un documento inviato a Fides esprime condoglianze al popolo americano e assicura preghiere: “Il male non prevarrà – si legge – Cristo ce lo ha insegnato”. Contattato da Fides, il rev. Riad Jarjour, Segretario generale del MECC, ha detto che “i cristiani del Medio Oriente sono scossi. E’ vero che da più parti si critica la politica estera americana, ma la reazione dei popoli arabi è di condanna ai responsabili e vicinanza alle vittime. I festeggiamenti di alcuni non esprimono in alcun modo i sentimenti del popolo palestinese. Oggi, più che mai, occorre trovare presto una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese. I cristiani in Medio Oriente ribadiscono il valore della vita e della dignità umana”. In un colloquio con Fides, il prof. Justo Lacunza Balda, preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica, nota che “il terrorismo è una delle forme attuali del male nelle nostre società. Occorre costruire società e stati fondandoli su valori di pace e giustizia, non sulla forza. Il commercio delle armi, foraggiato dall’Occidente, è una delle piaghe del nostro mondo, che contribuisce alle guerre. Vi sono almeno 62 aree del mondo teatro di conflitti, con migliaia di vittime”. Secondo Lacunza, “all’interno di movimenti islamici fondamentalisti non vi sono gruppi con forza logistica tale da realizzare l’attentato di New York. Tutti parlano di Bin Laden, non nuovo a imprese del genere, ma la situazione è molto complessa e dimostra la determinazione e l’odio diffuso contro la civiltà americana”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.