Donazione di sangue

Appello ai giovani: donate plasma, salverete vite!

L’Italia eccelle nella raccolta di sangue, soprattutto di globuli rossi per uso ospedaliero, ma deve ancora importare circa il 20% dei medicinali plasmaderivati dall’estero. Lo sottolinea Avis in occasione della giornata nazionale del donatore. «Servono più donazioni di plasma, soprattutto da parte dei giovani e serve rendere più semplice l’impegno quotidiano dei donatori». Come? Ecco quattro idee

di Sabina Pignataro

Aumentare la disponibilità di plasma è la sfida da centrare per l’intero Sistema Sangue italiano, vista la richiesta crescente di farmaci plasmaderivati salvavita. Sebbene l’Italia sia autosufficiente nella raccolta di globuli rossi per uso ospedaliero, la penuria di plasma è l’anello debole del sistema.

Infatti, spiega il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, «l’Italia non può ancora considerarsi indipendente sul mercato di questi preziosissimi medicinali plasmaderivati ed è ancora costretta a importarne dall’estero circa il 20%». Farmaci che sono fondamentali nella cura di numerose patologie ed esigenze cliniche, tra cui l’emofilia, le malattie epatiche, le ustioni, i trapianti, le immunodeficienze primitive e acquisite, oltre alla prevenzione dell’epatite B, del tetano e molto altro ancora.

Come invertire la rotta? «Promuovendo la cultura della donazione, senz’altro, ma allo stesso tempo rendendo più semplice l’impegno quotidiano dei donatori».

All’interno del  “Manifesto per il sistema trasfusionale” che Avis  ha presentato in Senato (insieme ad altre sigle del volontariato e di pazienti)  sono contenute alcune idee per raggiungere questi obiettivi.

Queste le proposte: garantire l’integrazione dei centri di raccolta plasma nelle Case della Comunità, per rendere più accessibile la donazione a tutti i cittadini; diffondere l’estensione degli orari di apertura dei centri di raccolta, inclusi i pomeriggi e i fine settimana, per rispondere meglio alle esigenze dei donatori e aumentare la disponibilità di plasma; riorganizzare le responsabilità e funzioni del percorso trasfusionale e della raccolta, anche ripensando il ruolo del personale sanitario impiegato. Si pensi, per esempio, all’impiego della telemedicina, del teleconsulto e al ruolo degli infermieri nel percorso di selezione e valutazione dell’idoneità alla donazione. E infine, raggiungere i donatori più giovani attraverso attività di sensibilizzazione e informazione all’interno dei luoghi ricreativi e di formazione da loro frequentati.

In particolare, l’estensione degli orari di apertura dei centri di raccolta, per rispondere in maniera più efficace alle esigenze di chi dona e aumentare la disponibilità di plasma, è una misura in linea con il principio sancito dal DL Liste d’Attesa – che estende gli orari ed i giorni in cui possono essere erogate le visite diagnostiche e specialistiche dove c’è bisogno.

 Fondamentali i giovani

Fondamentali per aiutare Avis e l’intero sistema sangue a raggiungere questo traguardo sono i giovani, e una gestione più snella ed efficace dei punti di raccolta. «Sensibilizzare e coinvolgere le nuove generazioni a intraprendere questo gesto solidale è vitale», evidenzia Brioschi.

«L’autosufficienza nazionale in farmaci plasmaderivati è un obiettivo che siamo chiamati a centrare insieme. Ne va della stabilità non solo del nostro sistema sanitario, ma dell’intero Paese, anche alla luce di scenari internazionali incerti», ha chiosato Briola.  «I dati ci dicono che molto siamo riusciti a fare e che, allo stesso tempo, molto va ancora fatto. Le nostre attività di sensibilizzazione proseguiranno e i donatori hanno bisogno di strutture in grado di agevolarli nel loro impegno quotidiano anonimo e gratuito, altrimenti ogni sforzo diventa inutile. Tutelare chi dona – ha concluso – significa anche tutelare i pazienti, non ce ne dimentichiamo».

Scopri come diventare donatore Avis cliccando qui

La funzione del plasma

Il plasma rappresenta la componente liquida del sangue, grazie alla quale le cellule sanguigne possono circolare. Il plasma è costituito prevalentemente da acqua (oltre il 90%), nella quale sono disciolte e veicolate molte sostanze quali proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, ormoni, vitamine, anticorpi e fattori della coagulazione.
Dal plasma donato si possono ottenere, mediante frazionamento industriale, alcune sostanze importantissime ai fini trasfusionali:

  1. Albumina, trasporta diverse componenti del sangue e sostanze nutritive. È una proteina utilizzata nel trattamento di alcune malattie del fegato e dei reni (cirrosi, nefrosi, ecc.), per la cura di stati patologici gravi come lo shock da ustioni, da trauma, ecc.
  2. Immunoglobuline, sostanze protettive o anticorpi che si sviluppano normalmente a contatto con diversi agenti estranei all’organismo, o dopo vaccinazioni. Vengono utilizzate in vari tipi di difetti immunologici o per patologie autoimmunitarie.
  3. Fattori della coagulazione (VIII e IX), fondamentali per i pazienti affetti da emofilia A e B che hanno una carenza nel sangue di fattore VIII o IX. Negli ultimi anni l’uso di questi preparati altamente purificati e assai efficaci ha permesso una vita pressochè normale a chi soffre di emofilia.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.