Formazione
APPELLI. Presidio a MIlano contro il crimine dell’indifferenza
Un appello, un gruppo in Facebook e domani, venerdì 6 febbraio, un presidio in piazza della Scala per dire basta all'indifferenza verso povertà ed emarginazione
di Redazione
L’indifferenza è un crimine. Lo dicono con forza i promotori dell’appello “Basta con il crimine dell’indifferenza” che oltre a essere stato lo spunto per la nascita di un gruppo in Facebook “No indifferenza” lanciano una proposta per uscire allo scoperto con un presidio in piazza della Scala, domani, venerdì 6 febbraio a mezzogiorno.
Mentre la crisi economica galoppa, con i suoi effetti di impoverimento per molti, con il venir meno di sicurezza e diritti, come l’abitazione e il lavoro, per numeri sempre più elevati di cittadini, con oltre mezzo milione di lavoratori in cassa integrazione e con salari decurtati, i più deboli precipitano nella povertà estrema, nella fame, nella vita per strada. Secondo la ricerca più recente, sono circa 5000 i senza dimora censiti a Milano, la gran parte dormono in aree dismesse e baraccopoli, solo poco più di mille trovano ospitalità nei dormitori e nei centri di accoglienza, mentre circa 400 vivono in strada.
Una vita che, in condizioni ambientali difficili, diventa non-vita. Diventa morte.
L’ultima vittima a Milano si chiamava Florentina. L’hanno trovata mercoledì scorso, aveva solo 22 anni. Uccisa dal freddo e dagli stenti, hanno detto i giornali. Uccisa dall’indifferenza e dalla carenza di politiche sociali, dalla mancanza di una vera cultura dell’accoglienza, dicono invece i promotori dell’appello che è stato lanciato la scorsa settimana a Milano, ma che sta raccogliendo consensi anche a livello nazionale.
Gino aveva invece 86 anni. È morto in solitudine nel suo alloggio, lo hanno ritrovato solo dopo 15 giorni dal decesso.
Sono solo le ultime morti accadute a Milano.
Tante altre simili sono accadute (otto i morti per freddo nella sola Milano nelle ultime settimane). Altre ancora succederanno. Non per destino, ma per carenza di sostegni e di alternative, per insufficienza delle risposte e anche perché, è scritto nell’appello, spesso «le strutture di accoglienza sono ad “alta soglia”, soggette a regole e imposizioni spesso eccessive, mentre le strutture pubbliche debbono essere al servizio dei loro utenti, non viceversa». A questa denuncia e preoccupazione è seguito un appello “Basta con il crimine dell’indifferenza” cui si può aderire scrivendo a noindifferenza@dirittiglobali.it
«Occorre mobilitarsi per dire che queste morti erano evitabili, così come lo sono le prossime. Occorre mobilitarsi per costruire risposte vere, immediate e concrete ai bisogni dei più deboli». Un appello che ha già raccolto alcune adesioni, tra i primi firmatari: Dori Ghezzi, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Renato Sarti, Bebo Storti, Eugenio Finardi, Lella Costa, Cristiano De André, Paolo Cagna Ninchi, Dijana Pavlovic, Sergio Cusani, Sergio Segio.
Hanno aderito anche esponenti di associazioni nazionali, tra cui:
Patrizio Gonnella (presidente nazionale Antigone), Ciro Pesacane (presidente nazionale Forum ambientalista), Maurizio Gubbiotti (Coordinatore Segreteria Nazionale Legambiente).
Rappresentanti di sindacati e associazioni milanesi, tra cui:
Flavio Mongelli (presidente Arci Lombardia), Emanuele Patti (presidente Arci Milano), Sergio Silvotti (Segretario Forum del Terzo Settore – Lombardia), Gilberto Mangone (Segretario Cisl Milano), Fondazione De Andrè Onlus, Elena Valdini
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