Cultura

Aperto il convegno di Economia di Comunione al centro Mariapoli

Il professor Luigino Bruni ha tracciato un primo bilancio di questa esperienza di economia lanciata da Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari

di Francesco Maggio

Ha solo 13 anni, ma l?Economia di comunione lanciata da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, ha già ben chiaro cosa vuole essere da grande. Lo ha spiegato all?Asca Luigino Bruni, docente di economia politica e di storia del pensiero economico alla Bocconi e a Milano Bicocca, che – da esperto dell’Economia di comunione – ne ha tracciato un primo bilancio al convegno internazionale in corso, fino a domenica, al Centro Mariapoli per mettere a fuoco i nuovi orizzonti dell?intuizione lanciata da Chiara Lubich. ”Il nostro modello – dice Bruni ricorrendo a immagini del Vangelo, il documento base che ispira l?intera esperienza di Economia di comunione – non è il ricco Epulone che al povero lascia solo le briciole, quanto piuttosto il buon samaritano che con il povero viandante incappato nei ladri condivide tutto in piena solidarietà senza voler essere ringraziato”. E? un modo abbastanza esplicito che Bruni sceglie, con le due parabole, per far intendere che questa esperienza di economia non ama essere confusa neppure lontanamente con il capitalismo compassionevole, tanto caro al presidente americano Bush, e tanto meno alla versione neoliberista del capitalismo. Ma si tratta di una economia che non si può confondere neppure con il capitalismo classico, quello considerato buono e produttivo in tutto l?Occidente. A differenza di quello che si fonda sul principio gerarchico dell’impresa, ”ha il suo principio fondativo nella fraternita”’. E tuttavia, se da destra accusano l?economia di comunione di essere una espressione di sinistra, a sinistra l’accusano di essere di destra. In realtà, essa si muove nell’economia di mercato, ma non ne accetta ”l’appropriazione privata del profitto” mettendolo invece in comunione e di conseguenza salvaguarda il primato e la centralità della persona coniugandola con l’efficienza economica propria di una impresa. Si tratta comunque di definire sempre meglio questa proposta economica, portandola a un livello pienamente scientifico, secondo la richiesta della fondatrice dei Focolari. Bruni conferma che gli studi in questa direzione procedono e contano già su una vasta equipe di esperti in varie discipline economiche. Ci vorrà ancora molto tempo – egli concorda – per arrivare a una compiuta teoria del tutto verificata sul campo. Intanto al momento hanno aderito a questa esperienza 797 imprese di varie dimensioni nei diversi continenti: 269 in America (USA e America Latina), 469 in Europa, 42 in Asia, 9 in Africa e 8 in Australia. ”Un imprenditore di comunione – ha detto Bruni ai partecipanti al convegno internazionale – non si sente soddisfatto finché non vedrà la sua azienda avviarsi a diventare un luogo di comunione. L?Economia di comunione non è solo un’etica per imprenditori, essa è principalmente una proposta per impostare comunionalmente la dinamica organizzativa e strutturale delle varie imprese dove essa viene accolta”. Si tratta di una economia rivoluzionaria nel senso che ”combatte la miseria e l’indigenza, ma la combatte proponendo a tutti una ”povertà di scelta”, ossia una condizione di scegliere liberamente una vita sobria e povera”. Stefano Zamagni professore di economia politica all’Universita’ di Bologna, tra coloro che stanno studiando le prospettive che l’intuizione della Lubich ha aperto, ha detto che ”l’esperienza dell’economia di Comunione e’ una sfida sia a livello intellettuale, sia a livello più propriamente esistenziale”. E anche Prodi – come si legge nel sito dell?economia di comunione – si è spinto a rilevare che si tratta di ”un messaggio gettato al futuro”.


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