Famiglia

Anziani: Nasce decalogo da indagine Censis

Nasce un decalogo per garantire stessi servizi da nord a sud. E' il risultato dell'indagine Censis finanziata dal Ministero della salute

di Giulio Leben

Un decalogo per l’assistenza agli anziani ‘fragili’, con l’obiettivo di assicurare l’applicazione uniforme dei Lea per gli over 65 nelle diverse Regioni italiane. Perche’ il Belpaese, davanti alla mancanza di autosufficienza dei suoi nonni, si spacca in due, come rivela l’indagine ”La condizione dell’anziano non autosufficiente. Analisi comparativa delle attuali forme di tutela e delle potenziali prospettive”, finanziata dal ministero della Salute e curata dal Censis. E cosi’ dai risultati della ricerca, presentata questa mattina a Roma nelle sede del dicastero guidato da Francesco Storace, e’ nato un decalogo, ”una cornice entro la quale – spiega Marco Trabucchi, presidente della Societa’ italiana di gerontologia e geriatria – le regioni devono disegnare servizi efficaci, arrivando, nel tempo, ad un adeguamento, perche’ non sono ammissibili differenze come quelle fotografate dall’indagine Censis. Le differenze tra le diverse Regioni nell’assistenza prestata all’anziano ci sono e sono innegabili – ammette Trabucchi – Ma queste differenze devono essere, nel tempo, cambiate e modificate. Percio’ – aggiunge il presidente della Societa’ italiana di gerontologia e geriatria – e’ nata la necessita’ di garantire punti comuni e indiscutibili da cui le singole Regioni devono trarre le proprie scelte nell’autonomia regionale”. Il decalogo – che ha visto concordi i vari assessori regionali presenti all’incontro, tra i quali Giancarlo Abelli (Lombardia), Augusto Battaglia (Lazio), Giovanni Pistorio (Sicilia) e Alberto Tedesco (Puglia) – si compone dei seguenti punti: 1. L’approccio a una programmazione globale e omnicomprensiva deve lasciare spazio alla costruzione, oggi e subito, di segmenti di rete, collocati nell’ambito di una prospettiva strategica e misurati in base alla capacita’ di rispondere ad uno specifico bisogno. La via dei piccoli passi e’ l’unica percorribile, indipendentemente dal livello di partenza dei diversi sistemi regionali. 2. La celerita’ e’ fondamentale di fronte a uno scenario demografico e sociale caratterizzato da aspetti nodali come l’invecchiamento della popolazione e l’aumento degli anziani con malattie croniche. Un quadro che impone una logica di sperimentazioni allargate, attraverso modelli di servizio da testare concretamente in termini di metodi, risultati e costi. 3. Il sistema dei servizi, opportunamente governati da una regia regionale, deve essere incentrato sull’abitazione per rispondere ai bisogni della persona che invecchia. Un ruolo fondamentale va riconosciuto al medico di medicina generale, con il quale devono essere concordati compiti, responsabilita’, poteri e strumenti per esercitare la funzione centrale del sistema con una progressivita’ in evoluzione. 4. E’ necessario che l’ospedale adotti procedure ‘dedicate’ al paziente dimesso, in modo da facilitare il trasferimento delle responsabilita’ al medico di base e ai servizi territoriali. 5. Gli interventi in ambito medico e chirurgico devono essere mirati anche ad un recupero dell’autosufficienza, valorizzando la dignita’ della persona. A quando – chiede inoltre il decalogo – l’ospedale amico dell’anziano? 6. Devono essere chiariti sia gli obiettivi sia gli strumenti piu’ adeguati per la cura di pazienti fragili, a rischio di perdita dell’autosufficienza o di un ulteriore aggravamento delle condizioni di autonomia. 7. I servizi domiciliari attualmente sono troppo frammentari. Sarebbe invece necessario prevedere pochi livelli di intensita’ progressiva, riunendo sotto la stessa guida programmatoria ed operativa le componenti sanitarie e quelle socio-assistenziali. 8. L’offerta di assistenza residenziale deve essere destinata solo a persone con rilevante compromissione dell’autosufficienza, analizzando l’opportunita’ di nuclei con compiti specifici: luoghi di sollievo per la persona disabile e la famiglia, nuclei per esigenze riabilitative o per problemi clinici, ecc. 9. L’assistenza all’anziano nel suo insieme non deve essere progettata come un’area marginale, con interventi limitati e un basso uso della tecnologia, ma deve trovare la confluenza di piu’ professionalita’ nella valutazione multidimensionale dei bisogni. 10. Ogni miglioramento – conclude il decalogo – rappresenta un rilevante progresso rispetto allo status quo, rifiutando quanto finora e’ stato costruito senza rispettare la dignita’ della persona che invecchia e ispirandosi ad un’indispensabile creativita’ per sperimentare con coraggio soluzione innovative.


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