Welfare
Anziani: la Regione Lazio verso nuovi modelli di assistenza?
Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato all’unanimità una mozione del capogruppo di Democrazia Solidale (Demos) per superare l'attuale sistema di istituzionalizzazione incentrato su RSA e case di riposo.
di Anna Toro
Il Lazio come possibile regione pilota per il superamento delle RSA e case di riposo per anziani. La necessità di superare questo modello – di cui la pandemia ha rivelato la totale inadeguatezza – è infatti il cuore della mozione approvata pochi giorni fa dal Consiglio regionale del Lazio. Presentata dal capogruppo di Democrazia Solidale alla Pisana Paolo Ciani, che è anche vicepresidente della Commissione Sanità, la mozione è stata infatti approvata all’unanimità, segno di una comune visione di intenti tra maggioranza e opposizione, almeno in questo frangente (tra i primi a sottoscriverla c’è stata infatti anche la capogruppo del Movimento 5 Stelle Roberta Lombardi, che durante la seduta ha raccontato la sua esperienza personale con un intervento molto sentito). «Da oggi l’obiettivo è costruire percorsi innovativi per far vivere gli anziani a casa e portare lì le cure di cui hanno bisogno – ha dichiarato Paolo Ciani – Secondo l’OMS la metà dei morti per COVID nel mondo è avvenuta nelle RSA. Anche nel nostro territorio abbiamo visto che questa modalità di cura non ha tenuto dinanzi all’emergenza Coronavirus o lo ha fatto solo in parte, nonostante fossero pensate per proteggere gli anziani».
Il drammatico numero di pazienti contagiati e deceduti nei luoghi di istituzionalizzazione per gli anziani e per i pazienti fragili, seppure nel Lazio con numeri notevolmente inferiori rispetto ad altre regioni, non ha lasciato adito a dubbi. Ma il problema va ben al di là del coronavirus, e i dati lo confermano. «Già oggi, secondo Eurostat, l’Italia è il Paese con la maggiore percentuale di anziani d’Europa. Nel 2050 l’Istat prevede che in Italia gli anziani saranno 21.775.809, il 34,3% della popolazione, passando quindi da un quinto a un terzo dei residenti – si legge nella mozione – Nella Regione Lazio, la popolazione con più di sessantacinque anni costituisce circa il 21,4% con un indice di vecchiaia pari al 158,6%, con una previsione del 195,4% per il 2030: è quindi in corso un cambiamento demografico che avrà forti conseguenze sociali ed economiche». Non solo: in Italia una famiglia su tre è costituita da una persona sola e più del 50% degli ultraottantenni a Roma vive solo. Questo significa che già oggi la popolazione anziana «esprime una domanda di assistenza, mentre si trova in una condizione di rarefazione delle relazioni sociali».
La mozione impegna dunque il presidente Zingaretti e gli assessori competenti a investire su nuovi modelli assistenziali per gli anziani, volti a coniugare il vivere in casa con una intensità di cura flessibile. «La possibilità di rimanere al proprio domicilio si è rivelata ancora una volta durante l’epidemia attuale un potente fattore di protezione se si considera che, a detta dell’ISS, nel mese di aprile il 44% dei contagi si è verificato nelle RSA e solo il 24% in ambito familiare» scrive ancora Ciani. L’intento è dunque favorire una molteplicità di soluzioni abitative – dimora naturale, housing sociale pubblico o privato, residenzialità leggera, cohousing pubblico o privato, condomini protetti, case famiglia, microaree – e portare le cure sanitarie a domicilio, in modo da garantire una migliore qualità della vita, riducendo i costi per le amministrazioni pubbliche.
Un lavoro che dovrà per forza di cose attivare delle sinergie: «Tutto il mondo del terzo settore, del volontariato, dell’associazionismo sarà una risorsa preziosa in questo percorso, anche perché bisognerà avere un po’ di creatività e ci sono già delle realtà all’avanguardia – commenta Filippo Sbrana di Democrazia Solidale, che ha seguito da vicino l’iter della mozione – Per costruire un modello nuovo dovremo perciò essere in grado di cogliere ciò che di buono è già stato fatto da terzo settore, territori, pubblica amministrazione». Tutto questo senza dimenticare le famiglie, su cui non dovrebbe essere scaricato il peso del cambiamento. Si pensa infatti a «forme di defiscalizzazione e di sostegno, in un modello dove la famiglia sceglie sì generosamente di sostenere un proprio caro, ma la pubblica amministrazione sostiene la famiglia».
Certo, la mozione rappresenta solo il primo passo, una mera dichiarazione d’intenti, e la sfida sarà ora quella di passare a un discorso operativo, in cui bisognerà ripensare le strutture e tutte le questioni organizzative e finanziarie in un comparto complesso come la Sanità. Ma l’unanimità con cui è stata approvata fa ben sperare, in un percorso che necessiterà, secondo Paolo Ciani, anche di scelte coraggiose. «Abbiamo superato gli orfanotrofi e pensato per i minori soluzioni più umane. Siamo il Paese di Franco Basaglia, che ha ideato nuovi percorsi per la cura della malattia mentale, presi ad esempio nel mondo intero – commenta Ciani – Possiamo innovare in profondità l’assistenza agli anziani, costruire alternative all’istituzionalizzazione e tenere i nostri cari a casa. La Regione Lazio oggi compie oggi una scelta di indirizzo importante, su cui lavorare con coraggio e che può diventare un modello per l’Italia».
Foto di Mabel Amber da Pixabay
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