Famiglia
Anziani: Italia maglia nera per assistenza domiciliare
Siamo al 2,5% contro il 20% del Paesi del Nord
L’Italia e’ all’ ultimo posto in Europa a livello di assistenza domiciliare, con un 2,5% contro il 20% dei Paesi del Nord Europa. Prima conseguenza sono i costi assai piu’ elevati rispetto a chi utilizza sistemi meno centralizzati. E’ emerso oggi nella prima delle due giornate del convegno internazionale ”I luoghi delle cure: storia e prospettive dei luoghi del curare dal XV al XXI secolo”, al Centro congressi del Lingotto di Torino.
”Gli interventi in day hospital – ha spiegato Pier Maria Furlan, ordinario all’ Universita’ di Torino e segretario scientifico del convegno – sono un altro punto dolente italiano, troppo scarsi rispetto al resto d’ Europa, che ha ridotto di molto le degenze, a favore di servizi ambulatoriali di qualita’. D’ altra parte – ha proseguito Furlan – dopo anni in cui sono stati esaltati gli ospedali con meno di 600 posti letto, e’ emerso che il numero ideale e’ tra 1.200 e i 1.400”. E’ anche aumentata la domanda di servizi ospedalieri. Le cause, secondo quanto emerso dagli interventi di oggi, sono da ricercare nella maggiore aspettativa di vita, che negli ultimi 40 anni e’ cresciuta del 25%. E’ aumentata anche per i malati, i quali pero’ spesso necessitano di assistenza specializzata in ospedale. C’ e’ poi il problema dell’ invecchiamento della popolazione: nel 2025 si prevede che i sessantacinquenni soli saranno aumentati del 35% e gli ottantenni del 55%. ”Le migliori prospettive – ha riferito Furlan – sono in un’ organizzazione subregionale, che tenga conto delle differenze territoriali e quindi sociali, cosi’ come della nascita di modelli microassistenziali, evitando di studiare piani di livello nazionale, talvolta meno efficaci a livello locale”. Si e’ anche parlato di questioni architettoniche. Aymeric Zublena, ideatore degli ospedali Pompidou di Parigi, di Alba (Cuneo), Bergamo e Tolone, ha spiegato come il modello monolitico, cioe’ quello di una struttura verticale, risulti obsoleto, mentre sia da preferire quello orizzontale, con una piastra centrale e uno sviluppo allargato.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.