Famiglia

Anziani: Cgil, privati senza regole

Ricerca dello Spi e Fondazione Brodolini.

di Giampaolo Cerri

Il mercato italiano dell’assistenza agli anziani non autosufficienti e’ per lo piu’ irregolare ed e’ caratterizzato da un sistema pubblico che gioca un ruolo residuale e da uno privato che opera nella quasi totale assenza di regole. Questo il risultato della ricerca L’assistenza privata agli anziani in Italia ed in Europa promossa dallo Spi Cgil e realizzata dalla Fondazione Brodolini e dal Politecnico di Milano. Obiettivo dell’indagine, ha spiegato lo Spi Cgil nel corso della presentazione svoltasi stamani a Roma, e’ quello di individuare i modi in cui coordinare ”l’intervento assistenziale pubblico e la rete ramificata del mercato privato per far fronte ad un’emergenza generata dal progressivo invecchiamento della popolazione, che in Italia, paese europeo con il tasso piu’ alto, viene affrontato con notevoli ritardi rispetto ad altri paesi”. Le attuali misure adottate in Italia per l’assistenza agli anziani non autosufficienti sono ”parziali – afferma la ricerca – inadeguate e, sotto il profilo degli effetti territoriali, disomogenee”. Gli assistenti privati in Italia sono 230.000 (dato del 1999, l’ultimo disponibile), di cui il 50% stranieri, soprattutto sudamericani e filippini. Quest’ultimo dato mette in luce che il lavoro domestico e quello di cura rappresentano una grande opportunita’ per gli immigrati soprattutto nell’Europa meridionale. ”Ne e’ scaturito un quesito – continua la ricerca – se sia l’immigrazione irregolare ad incentivare l’economia sommersa, o se invece sia l’economia del sud Europa caratterizzata da molto lavoro irregolare ad attrarre i lavoratori immigrati. La seconda tesi sembra piu’ attendibile dell’altra, perche’ permette un inserimento sociale, anche in assenza di documenti”. Una delle principali cause del lavoro irregolare nel mercato dei servizi per la persona e’ l’elevato costo delle prestazioni, al quale si aggiunge il fatto che ”il ruolo dei vari attori del territorio, fra cui enti locali, sindacati confederali e di categoria – continua ancora la ricerca – e’ debole e non contribuisce ad affrontare con determinazione il problema”. Le politiche sociali in vigore e l’assistenza privata hanno diversi punti di contatto, ma il nesso principale e’ la diffusa presenza di prestazioni monetarie pubbliche destinate alla non autosufficienza ed in parte usate per acquistare assistenza privata in nero. E’ necessario, afferma infine la ricerca per quanto riguarda il caso Italia, che le amministrazioni pubbliche regionali e locali intervengano con la formazione degli operatori privati e con l’accreditamento di chi eroga assistenza privata. Ma, nell’ambito europeo, l’approccio dello Stato al crescente fenomeno dell’assistenza agli anziani non autosufficienti e’ diverso da paese a paese: nel sud Europa ed in Irlanda l’offerta pubblica e’ minima; in centro Europa l’assistenza domiciliare pur essendo sviluppata rimane ancora una categoria residuale; e la Scandinavia dove l’assistenza domiciliare e’ parte costitutiva del Welfare statale e si caratterizza come diritto acquisito. Nonostante questo, anche in Europa il lavoro sommerso nell’ambito dei servizi alla persona e’ un fenomeno diffuso.


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