Politica

Anzaldi (Pd): «La Rai risponda all’appello del Papa»

Dopo le parole molto forti di Bergoglio che oggi, nella ricorrenza di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha invitato a guardare con occhi nuovi la realtà uscendo dalla spettacolarizzazione del dolore e del rancore, Anzaldi osserva che il messaggio del Papa «andrebbe colto in particolare dal servizio pubblico, soprattutto di fronte ad un panorama televisivo che spesso privilegia la cronaca nera e una copertura dell’informazione volta ad alimentare la paura»

di Redazione

«I mezzi di comunicazione, a partire dalla Rai, raccolgano l’appello lanciato da Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: stop all’attenzione spasmodica per le cattive notizie, alla spettacolarizzazione del male, occorre evitare di macinare zizzania». Lo dichiara l'onorevole Michele Anzaldi, della Commissione di vigilanza Rai. Anzaldi è da tempo impegnato – quasi in solitaria, va detto a suo onore ma anche con un briciolo di amarezza – in un'ostinata battaglia per la sensibilizzazione delle reti del servizio pubblico e in quelle generaliste in genere rispetto all'uso sconsiderato della "nera".

Oggi, dopo le parole molto forti di Bergoglio che ,nella ricorrenza di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha invitato non certo a censurare ma a guardare con occhiali nuovi la realtà, uscendo dalla spettacolarizzazione del dolore e del rancore, Anzaldi spiega che il messaggio del Papa «andrebbe colto in particolare dal servizio pubblico, soprattutto di fronte ad un panorama televisivo che spesso privilegia la cronaca nera e una copertura dell’informazione tendente ad alimentare la paura».

Certi contenitori pomeridiani, precisa Anzaldi, e «certe trasmissioni di approfondimento, certi talk, della tv pubblica ma anche delle commerciali, dovrebbero riflettere con attenzione sulle parole del Santo Padre e valutare se la tv che a volte ci capita di vedere sia compatibile con il messaggio di fiducia nel futuro che sarebbe lecito attendersi dai mezzi di comunicazione». Infine, Anzaldi ricorda che «proprio la Rai è legata alla Conferenza episcopale italiana da un preciso contratto».

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