Politica

Anzaldi: “Bene Renzi contro le slot, malissimo la Rai”

Il nostro Paese è divorato dall'azzardo: una piaga devastante che colpisce il 54% della popolazione. Mentre il Presidente del Consiglio annuncia un provvedimento drastico, il servizio pubblico che fa? Semplice, spiega Michele Anzaldi (PD), della Commissione di vigilanza Rai, «fa finta di niente e ignora anche il divieto di promuovere l'azzardo»

di Marco Dotti

Onorevole Anzaldi, Renzi ha detto chiaramente «via le slot da tutti gli esercizi commerciali». Un impegno importante, che ne pensa?
Un’altra promessa mantenuta, che conferma il cambio di direzione su un problema grave e annoso da parte di questa maggioranza e di questo Governo. Una sensibilità ed un’attenzione purtroppo non sempre diffusa nel Paese.

Chi non ha capito?
Prenda il caso di Rai sport denunciato dal vostro giornale: la slot machine in studio per illustrare il calcio mercato, in violazione del divieto di qualsiasi forma di promozione del gioco d'azzardo (era già successo nel 2014, leggi qui). E se non bastasse, dal 27 agosto va in onda su Rai2, in una delle trasmissioni di punta della testata diretta da Gabriele Romagnoli, una pubblicità indiretta al consumo di alcolici, espressamente vietata dalla legge.

https://www.youtube.com/watch?v=CLExl7kHYZc

Il titolo, "Calcio Champagne", la scenografia, un lounge bar con in bella vista bottiglie di alcolici, il barman che prepara e serve cocktails a conduttori, opinionisti, ospiti e comparse, rappresentano una violazione grave di una legge dello Stato, per non dire che l'accostamento tra sport e alcool è sicuramente diseducativo in una trasmissione che si occupa prevalentemente di calcio e che è pertanto seguita anche da un pubblico giovane. È francamente singolare e grave che un'azienda di servizio pubblico, dove peraltro, in ottemperanza alla normativa sulla sicurezza sul lavoro, vige il divieto di vendita e consumo di bevande alcoliche nei locali aziendali (mense e bar compresi), poi promuova dai suoi studi tv l'uso di alcolici.

Negli anni scorsi, un governo fa, lei presentò con Luigi Bobba numerose interrogazioni, molto precise e dure, sul tema della tassazione di vlt e slot. Oggi è cambiato qualcosa, nell’atteggiamento e nei fatti del Governo?
È cambiato più di qualcosa, questo è il Governo che sta dimostrando un’attenzione senza precedenti a sociale e terzo settore. Con il collega Bobba, oggi sottosegretario, presentammo non solo interrogazioni. Lei ricorderà quando a dicembre 2013 al Senato, all'interno del Decreto Salva Roma, fu approvato un emendamento che limitava fortemente il potere degli Enti locali in tema di lotta alla diffusione della ludopatia, in poche parole se Comuni o Regioni avessero adottato norme restrittive sul gioco d'azzardo, e se le entrate dell'Erario fossero diminuite, la differenza sarebbe stata trattenuta annualmente dai trasferimenti dello Stato. Ecco, in quell’occasione fu proprio la mobilitazione di alcuni parlamentari del Pd a bloccare quella norma, a dimostrazione che la sensibilità su questi temi viene da lontano, e ora gli impegni vengono mantenuti.

Ma allora perché in Rai non si apre un dibattito serio sull’azzardo e sulla lotta alla patologia?
Diciamo che in Rai l'informazione purtroppo invece di aumentare sta diminuendo, e peraltro tra gaffe e non conoscenza delle regole gli incidenti si sprecano. Il problema c'è, lo dimostra l’impegno in prima persona del presidente del Consiglio. Oggi in Italia si stima che i giocatori d'azzardo siano circa 32 milioni, pari al 54% della popolazione (fonte Dipartimento politiche anti droga della Presidenza del Consiglio). La crisi economica, che ha colpito una famiglia su quattro, ha spinto la popolazione a "tentare la sorte". E qui entra in gioco – mi perdoni il gioco di parole – la piaga della ludopatia.

Eppure, a fronte di 88 miliardi sperperati in gioco d'azzardo, di cui più della metà generati da macchinette (slot machine e vlt), quando parla ancora di casi marginali… E nessuno conosce a fondo il problema della patologia, non c'è nemmeno un'indagine epidemiologica seria a livello nazionale…
Di numeri certi in questo caso non ne esistono, ma secondo un'indagine del Codacons il 50% dei disoccupati italiani presenta forme più o meno gravi di dipendenza dal gioco, e risultano affetti da ludopatia il 33% dei giocatori di videolottery, il 25% delle casalinghe e il 17% dei pensionati e degli studenti. La ludopatia è riconosciuta ormai a livello mondiale come una vera e propria malattia, tanto che nel 2013 l'American Psychiatric Association (APA) l'ha inserita nella nuova edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, una delle principali classificazioni diagnostiche in psichiatria.

E quindi?
Credo che alla luce dell’intenzione annunciata dal Governo Renzi possiamo chiedere al presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico, un impegno di tutta la commissione affinché venga richiesto alla Rai un ruolo diretto per informare e sensibilizzare la popolazione.

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