Welfare

Antiracket: sit-in di protesta di Libera

Domani davanti al Viminale, manifestazione contro il siluramento del coordinatore Tano Grasso

di Giampaolo Cerri

Cresce la protesta per la rimozione di Tano Grasso dal coordinamento delle iniziative Antiracket e antiusura. A organizzare la protesta per il siluramento dell’x-leader dei commercianti di Capo d’Orlando che osò ribellarsi al pizzo è soprattutto l’associazione di don Luigi Ciotti, Libera che annuncia un sit-in di protesta davanti al ministero degli Interni. «La rimozione di Tano Grasso dall?incarico di Commissario per il coordinamento delle Iniziative Antiracket ed antiusura è un atto grave. Due volte grave», recita una nota dell’associazione. «Primo per il metodo: non si può ignorare la storia e il contributo di Tano Grasso alla lotta alla mafia ignorandolo e nominando una persona al suo posto senza spendere una parola per motivare il provvedimento, e questo al di là delle indubbie qualità di chi è stato chiamato a sostituirlo. Secondo per il merito: Tano Grasso era stato nominato Commissario Antiracket per la sua storia personale, per l?esperienza di commerciante e di leader del movimento antiracket, prima a Capo d? Orlando e poi in tutto il paese ed ha vissuto il suo mandato da uomo dello Stato al di là degli interessi di parte, questa sua sostituzione senza motivazioni, senza la proposta di una diversa interpretazione del ruolo del Commissario antiracket, rischia di mettere in crisi centinaia di operatori economici che in questi anni, attraverso Tano Grasso, e il suo modo di operare contro il racket e l?usura, hanno trovato il coraggio della denuncia». Secondo l’associazione, attiva nelle iniziative di educazione alla legalità e che ha sostenuto battaglie come quelle per la confisca dei beni dei mafiosi «la lotta alla mafia è una questione delicata, che vive di trasparenza e di scelte strategiche profonde. Non si può improvvisare con colpi di mano dell?ultimo momento. Ancora più gravi se non accompagnati con spiegazioni esaurienti. Così facendo si rischia di mettere in crisi chi si impegna per la legalità, in questo caso coloro che si sono ribellati ai signori del pizzo e dell?usura, e si finisce per favorire proprio loro, gli uomini delle cosche. Noi, allora», conclude il comunicato di Libera, «non siamo d?accordo con questa sostituzione. Non possiamo esserlo. Ce lo impone la nostra storia, il nostro lavoro a fianco delle vittime nelle imprese, nelle associazioni, nei tribunali, ce lo impone la responsabilità verso i tanti che abbiamo convinto a denunciare». Libera lancia un appello al mondo politico, alle associazioni di categoria, «a chi in questi anni si è battuto per la legalità dalla società civile, dal mondo della cultura e dell?informazione, per continuare a dare il nostro contributo in questa battaglia». Domani, alle ore 10 è previsto un sit-in di protesta davanti al Viminale mentre alle 15 è fissata un’assemblea nell?Auditorium della Confesercenti (in via Nazionale 60).


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