Non profit
Antiracket: firmato il documento “Liberati dal pizzo”
Le associazioni di categoria della Sicilia insieme per dire no al racket del pizzo
di Redazione
Questa mattina, i rappresentanti di Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cna e Confartigianato hanno firmato in Prefettura un documento unitario denominato ‘Liberati dal pizzo, denunciare oggi conviene’, per sollecitare i propri iscritti a non piegarsi piu’ alle estorsioni.
“Con questo documento – ha spiegato Roberto Helg, presidente di Confcommercio Sicilia – si chiude una delle pagine piu’ nere di Palermo e del mondo associativo. Oggi si chiude l’abbandono che subi’ Libero Grassi e che causo’ la sua morte”. Grassi è l’imprenditore palermitano che non si era voluto piegare al pagamento del pizzo e per questo venne punito da Cosa nostra che nell’agosto del 1991 lo uccise sotto la sua abitaizone a Palermo.
“Oggi e’ una giornata impoetante – ha detto il Presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello – Dalle battaglie dell’imprenditore singolo passiamo alle battaglie comuni. Lo Stato, soprattutto negli ultimi tempi, ci ha mostrato che c’e’ ed e’ molto forte. ecco perche’ non ci sono piu’ alibi per le vittime del pizzo. Oggi sanno che possono contare sia sullo Stato, sia sulle associazioni di categoria che staranno al loro fianco”. Oggi e’ stata anche l’occasioner per salutare il Prefetto di Palermo, Giosue’ Marino, che dopo quattro anni e emzzo lascia Palermo per andare alla Prefettura di Torino. “Quella di oggi – ha detto nel suo intervento – e’ una tappa di un percorso significativo. Quello di oggi non e’ solo un fatto simbolico, ma di grande concretezza. Lo Stato c’e’ ed e’ presente con determinazione”.
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