Volontariato
Antimafia. Casini: “Falcone è di tutti, non di una parte”
Il presidente della Camera critica chi nel Polo ha sostenuto che il giudice ucciso dalla mafia avrebbe avallato le riforme del Governo sulla giustizia
Ancora una volta Pier Ferdinando Casini si pone in marcata controtendenza rispetto alla maggioranza che lo ha eletto Presidente della Camera e al suo collega del Senato. Ventiquattr’ore dopo gli interventi del Guardasigilli Roberto Castelli e di Marcello Pera, che hanno commemorato Giovanni Falcone ascrivendone le idee in tema di giustizia alla Casa delle libertà, Casini gela tutti. Lo fa ne corso delle celebrazioni palermitane in memoria di Falcone. Dichiarando in sostanza che non è lecito per nessuno accaparrarsi politicamente la figura del magistrato barbaramente ucciso dalla mafia dieci anni. “Falcone non appartiene ad un solo fronte politico e il patrimonio di iniziative per fronteggiare la mafia appartiene a tutti. – afferma netto il Presidente dell’Assemblea di Montecitorio – Per questo dobbiamo fare attenzione a enfatizzare divisioni e incomprensioni destinate a creare conseguenze devastanti”. Insomma Casini finisce per sposare in qualche misura le tesi di chi nel centrosinistra aveva stigmatizzato il modo strumentale con cui il centrodestra ha ascritto Falcone alla propria causa in materia di riforme giuridiche. Anche se il Presidente della Camera cerca subito dopo di riequilibrare il suo intervento, censurando in eguale misura chi (nella fattispecie l’Ulivo) ha in queste ore adombrato collusioni oggettive fra il governo e Cosa nostra. ”La guerra alla mafia – ha detto a questo proposito – riguarda tutti e va combattuta tutti insieme. Attraverso lo scontro politico che si fa scudo con il nome di Falcone si favorisce l’interesse delle organizzazioni criminali”. Poi ha aggiunto significativamente: ”L’eredità di Falcone è ben presente nel lavoro intelligente e generoso di tanti magistrati che nessuno, ripeto nessuno, vuole delegittimare”.
Parole quelle di Casini che arrivano però in contemporanea con quelle del Procuratore nazionale antimafia Pier luigi Vigna. Il quale non può fare a meno di esternare una forte preoccupazione per i progetti che la maggioranza ha appena presentato in Parlamento in tema di giustizia. Teme infatti che le modifiche progettate al codice di procedura penale danneggino i processi in corso contro i mafiosi. E questo perché ultimamente si starebbe insistendo troppo sulle garanzie e poco sull’efficacia del processo. “Vedo una trentina di disegni di legge presentati dal centrodestra – dice Vigna – che mettono in allarme. Perché trattano la revisione dei processi, l’ampliamento delle cause di ricusazione del giudice e l’introduzione delle attenuanti generiche obbligatorie per gli ultrasessantacinquenni”. Tutte cose che per Vigna sembrano tendere alla prescrizione sistematica dei reati. Anche lui comunque si schiera con Casini riguardo alle “appropriazioni indebite”. ”Vedere Falcone e le sue idee utilizzate per fini politici mi fa tristezza – commenta – E’ comunque destino di un uomo di spessore essere strattonato da una parte e dall’altra. E tutto questo mentre invece la bandiera dell’antimafia andrebbe portata da tutti, insieme”. Ma Falcone aderirebbe allo sciopero dei magistrati del 6 giugno?, gli chiedono. Vigna ci pensa un po’ e poi risponde: “Sì, credo che aderirebbe”.
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