Welfare
Antigone: in Italia 38 Istituti “fantasma”
L'associazione passa in rassegna le strutture costruite e mai utilizzate da Nord a Sud
di Redazione
Istituti nuovi e mai aperti. Strutture che non hanno mai ospitato un detenuto e raccolgono l’aria con le sbarre di ferro alle finestre. Sono le “carceri fantasma”, 38 in tutto, secondo i dati dell’associazione Antigone, gli istituti penitenziari che, negli ultimi venti anni e più, sono stati costruiti, spesso ultimati, a volte anche arredati e vigilati e inutilizzati, sottoutilizzati o in totale stato d’abbandono.
L’elenco è lungo. Si va da Nord a Sud, con situazioni e storie diverse. Ad Arghillà (Reggio Calabria), il carcere è inutilizzato. Mancano solo la strada d’accesso, le fogne e l’allacciamento idrico ma per il resto è ultimato e dotato di accorgimenti tecnici d’avanguardia. Ancora più particolare la situazione di Bovino (Foggia), con una struttura da 120 posti, già pronta, chiusa da sempre.
Ad Accadia (Foggia), il penitenziario consegnato nel 1993, è ora di proprietà del Comune e mai utilizzato. Ad Agrigento, sei sole detenute occupano i 100 posti della sezione femminile. Ad Altamura (Bari) si aspetta ancora l’inaugurazione di una delle tre sezioni dell’istituto. Anche a Gela (Caltanissetta) esiste un penitenziario enorme, nuovissimo e mai aperto. Mentre a Gorizia risulta inagibile un intero piano dell’istituto carcerario. Il carcere di Irsina (Matera), è costato 3,5 miliardi di lire negli anni ’80, ha funzionato soltanto un anno ed oggi è un deposito del Comune.
Il carcere di Castelnuovo della Daunia (Foggia) è arredato da 15 anni e mai aperto. Il penitenziario di Codigoro (Ferrara) nel 2001, dopo lunghi lavori, sembrava pronto all’uso, ma a oggi è ancora chiuso. La casa di reclusione di Cropani (Catanzaro) è occupata da solo un custode comunale; a Frigento (Avellino) l’istituto è stato inaugurato e chiuso a causa di una frana. Come è accaduto per Gragnano (Napoli). Il carcere di Galatina (Lecce) è totalmente inutilizzato. A Casamassima (Bari), il carcere mandamentale è stato “condannato all’oblio da un decreto del Dipartimento”, spiega il rapporto di Antigone.
L’Istituto di Licata (Agrigento) è stato completato, ma non essendo stato collaudato è a oggi inutilizzato. La struttura di Maglie (Lecce) è solo parzialmente utilizzato per ospitare detenuti semi-liberi. Non è finita. A Mileto (Vibo Valentia), il carcere è stato ristrutturato e chiuso. Mentre a Minervino Murge (Bari), la struttura non è mai entrata in funzione.
A Monopoli (Bari) nell’ex carcere mai inaugurato, non ci sono detenuti ma sfrattati che hanno occupato abusivamente le celle abbandonate da 30 anni. Il carcere di Morcone (Benevento) è stato costruito, abbandonato, ristrutturato, arredato e nuovamente abbandonato dopo un periodo di costante vigilanza armata ad opera di personale preposto.
Carcere fantasma anche quello di Orsara (Foggia), dove è presente una struttura mai aperta. L’istituto di Pinerolo (Torino) è chiuso da oltre dieci anni senza che sia stata individuata l’area ove costruirne uno nuovo. A Revere (Mantova), dopo vent’anni dall’inizio dei lavori di costruzione, il carcere con capienza da 90 detenuti è ancora incompleto. I lavori sono fermi dal 2000 e i locali, costati più di 2,5 milioni di euro, sono già stati saccheggiati.
La struttura penitenziaria di Rieti, completamente nuova e in grado di contenere 250 detenuti, è utilizzata solo per un terzo della sua capacità ricettiva a causa della carenza di personale. Il carcere di San Valentino (Pescara), costruito da quasi 20 anni, non ha ospitato mai alcun detenuto e ora è in totale stato di abbandono. A Villalba (Caltanissetta), 20 anni fa è stato inaugurato un istituto per 140 detenuti, costato all’epoca 8 miliardi di lire, e che dal 1990 è stato chiuso e recentemente tramutato in centro polifunzionale. A Volturara Appula (Foggia), la struttura da 45 posti è ancora incompiuta.
Sono stati infine soppressi gli istituti di Arena (Vibo Valentia), Cropalati (Cosenza), Petilia Policastro (Crotone), Soriano Calabro (Vibo Valentia), Spinazzola (Barletta-Andria-Trani). A Pescia (Pistoia), il ministero ha soppresso la casa mandamentale. A Squillace (Catanzaro) il carcere è stato ristrutturato e poi chiuso. A Udine è stata chiusa la sezione femminile, mentre a Venezia e Vicenza la capacità ricettiva è ridotta a 50 unità.
Il 29 giugno 2010 è stato approvato il piano carceri presentato dal Commissario straordinario all’edilizia penitenziaria nonché Capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, che prevede la realizzazione di 9.150 posti (realizzazione di 11 nuovi istituti e 20 padiglioni detentivi in ampliamento delle strutture esistenti), per un importo totale di 661.000.000 euro. Il tutto da realizzarsi entro la fine del 2012. Dei 9.150 nuovi posti previsti, 2.400 sorgeranno in Sicilia, 850 in Campania, 1.050 in Puglia. Uno dei cantieri aperti del piano carceri è quello di Piacenza.
Il 27 settembre scorso, l’allora Guardasigilli, Francesco Nitto Palma, al Senato aveva annunciato che «entro il 2 novembre 2011 saranno pubblicati tutti i bandi di gara dei 19 nuovi padiglioni da costruire, il 2 dicembre scadrà invece il termine della presentazione delle offerte, mentre il 4 gennaio prossimo potranno iniziare i lavori».
Comunicando i tempi del “piano carceri”, Palma aveva aggiunto che «entro gennaio 2013 saranno ultimati 16 padiglioni per un totale di 2.800 posti».
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