Welfare

Antigone: ecco perché gli Opg vanno superati

Negli ospedali psicghiatrici giudiziari 1.266 internati, di cui 116 stranieri

di Redazione

L’indulto non ha inciso granche’ sui sei Ospedali psichiatrici giudiziari d’Italia. Inoltre appare ”elevato il numero di internati negli Opg che non avrebbero piu’ ragione di permanervi in quanto non piu’ ritenuti socialmente pericolosi, e che invece restano per decenni in condizioni disumane”. E’ la denuncia dell’Associazione ”Antigone”, che tutela i diritti dei detenuti. L’associazione ha visitato nei giorni scorsi tutti e sei gli ospedali psichiatrici giudiziari italiani. ”Alla data del 3 maggio – ricorda l’associazione – gli internati risultano essere 1.266, di cui 116 stranieri, che costituiscono il 9,16per cento del totale. Una percentuale molto piu’ bassa rispetto al 35,31 per cento (corrispondente a 15.017 detenuti) di popolazione reclusa straniera. Ad oggi il totale dei detenuti e’ pari a 42.533 unita’, di cui 1.842 donne”. Inoltre si evidenzia che nei sei ospedali psichiatrici giudiziari il numero di internati e’ il seguente: Aversa 316 (capienza regolamentare 164), Barcellona Pozzo di Gotto 215 (capienza regolamentare 216), Castiglione dello Stiviere 225 di cui 90 donne (capienza regolamentare 193), Montelupo Fiorentino 137 (capienza regolamentare 100), Napoli Sant’Eframo 105 (capienza regolamentare 150), Reggio nell’Emilia 268 (capienza regolamentare 120). Aversa e Reggio Emilia risultano drammaticamente sovraffollati. In questo senso, l’indulto ”non ha inciso granche’ sugli Opg.

I motivi dell’internamento sono in ordine di consistenza numerica: proscioglimento per totale infermita’ psichica, applicazione di una misura di sicurezza provvisoria, sopravvenuta infermita’ psichica, minorazione psichica, invio da istituti penitenziari per osservazione psichiatrica temporanea. Sempre secondo l’associazione, “e’ elevato il numero di internati negli Opg che non avrebbero piu’ ragione di permanervi in quanto non piu’ ritenuti socialmente pericolosi, Sarebbero in questa situazione 45 gli internati a Reggio Emilia e ben 100 ad Aversa. Si registra, poi, un uso frequente della coercizione. ”Almeno 515 episodi di coercizione in un anno, secondo i dati ufficiali – evidenzia Antigone – e un internato su sei, spesso piu’ di una volta, vive l’esperienza della contenzione. I letti di contenzione sono abitualmente usati in tutti e sei gli istituti, secondo protocolli operativi e terapeutici non sempre chiari”. Nel 2006 a Napoli si sono registrati 52 casi di coercizione. Cio’ significa che un internato su due e’ stato contenuto. Il protocollo prevede la sola registrazione del caso, con verifica periodica da parte del personale, senza che la direzione specifichi ogni quanto tempo questa ha luogo. Gli ospedali, poi, sono gestiti principalmente da agenti di polizia penitenziaria, e solo secondariamente da specialisti medici, in numero assai inferiore.

Ad esempio ad Aversa lavorano 116 agenti e 7 psichiatri a contratto – si spiega – e per gli stranieri la condizione di vita diviene peggiore a causa della mancanza di operatori specifici. A Napoli e Aversa, ad esempio, non opera alcun mediatore culturale”. A Napoli, secondo l’Associazione, ”le condizioni igieniche di alcuni reparti sono inaccettabili, sino a toccare livelli in cui la detenzione diviene degradante. Ad Aversa le condizioni igieniche sono relativamente migliori, ma comunque notevolmente al di sotto di un qualsiasi carcere nonche’ degli standard richiesti dal Regolamento. Barcellona Pozzo di Gotto pare si appresti a ricevere tutte le donne oggi internate a Castiglione delle Stiviere, che rischieranno ora un sempre maggiore isolamento e abbandono da parte dei famigliari”. ”La situazione e’ tale da richiedere un progressivo superamento – conclude Antigone -, attraverso soluzioni di carattere normativo, degli ospedali psichiatrici giudiziari, cosi’ come sono stati chiusi trent’anni fa i manicomi. Nel frattempo Opg come quello di Napoli non possono rimanere aperti”.

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