Famiglia

Anti discriminazioni: legge-rivoluzione con qualche ombra

Handicap: più tutele in ogni ambito della vita, ma sul lavoro...

di Benedetta Verrini

Il presidente della Fish – Federazione italiana per il superamento dell?handicap, Pietro Vittorio Barbieri, non esita a definirlo «un testo rivoluzionario almeno quanto la legge 104 del 1992»: si tratta della legge contro le discriminazioni alle persone disabili, approvata definitivamente il 17 gennaio dalla commissione Giustizia del Senato, in sede deliberante.

Il testo, che trae ispirazione dalla profonda elaborazione teorica avvenuta in ambito europeo sul tema delle discriminazioni, «si pone come una pietra miliare per riconoscere che i diritti fondamentali delle persone con disabilità sono costantemente e continuamente violati», sottolinea Barbieri.

La ratio della norma fa sì che l?onere della prova, in caso di discriminazione, venga totalmente rovesciato in capo a chi è stato denunciato, che dovrà dimostrare di non aver tenuto una condotta discriminatoria. «La norma spiega un?operatività orizzontale», sottolinea ancora Barbieri, «cioè riguarda tutti li ambiti della vita e quindi tutte le possibili discriminazioni subite, dall?accesso ai servizi fino ai trasporti».

Il testo, che si compone di 4 articoli, definisce la discriminazione ?diretta? («quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga»), quella ?indiretta? («quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone») e le ?molestie? poste in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità. Da questo impianto certamente apprezzabile, il presidente Fish distingue alcune zone d?ombra, «frutto», purtroppo, «della scarsissima discussione che il Parlamento ha dedicato alla definizione del testo».

Ad esempio, dalla platea dei discriminatori resta fuori il mondo dell?impresa, «per cui rimangono in vita», prosegue Barbieri, «le disposizioni del decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216, che consegna alle imprese un potere improprio rispetto alla direttiva europea 78/00, della quale dovrebbe essere ratifica nazionale».

Ancora, nonostante le proposte di emendamento avanzate da Fish e Cnd, non è stato istituito l?ombudsman, cioè il giurì preposto a risolvere gratuitamente le controversie, che avrebbe potuto alleggerire il carico di lavoro che (inevitabilmente) intaserà i tribunali ordinari, rischiando di rendere gravoso e quasi inesigibile il risarcimento della discriminazione.

  • Il punto
    Coordinate
    Il ddl 3674, recante «Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni», è stato presentato il 2 luglio 2003 dai ministri Stefania Prestigiacomo e Roberto Maroni.

    In ambito Ue
    La legge recepisce l?esperienza normativa comunitaria: la direttiva 2000/43/CE, sulla parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall?origine etnica,e la direttiva 2000/78/ CE, relativa alla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.

    Via libera definitivo
    Il 17 gennaio in commissione Giustizia al Senato, che ha approvato il ddl in sede deliberante.

  • Info: www.senato.it
    www.superando.it
    www.pariopportunita.gov.it
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