Politica

Anpas, medaglia a cinque cerchi

Torino 2006. Così le pubbliche assistenze hanno garantito la sicurezza

di Chiara Brusini

Un meccanismo oliato e testato per affrontare ogni emergenza. è quello messo in campo dalle Anpas, le Pubbliche assistenze che insieme alla Croce Rossa italiana e al Soccorso alpino hanno affiancato i servizi medici del Toroc per garantire la sicurezza degli atleti e degli spettatori dell?Olimpiade di Torino.
«I 635 volontari delle Anpas piemontesi, e gli altri 57 arrivati dalle altre regioni italiane sono stati il vero valore aggiunto», assicura Luciano De Matteis, presidente regionale e responsabile nazionale Protezione civile dell?Anpas. «Il loro lavoro ci ha consentito di far fronte a un aumento del 20-25% delle chiamate alla centrale operativa del 118 – fisiologico, vista la forte affluenza di spettatori – e poi di presidiare, insieme alla Cri, i siti dove si svolgevano le gare».
L?Olimpiade dell?Anpas è incominciata però oltre un mese prima dell?accensione del braciere: «I test sono partiti a fine 2005, e dall?8 dicembre abbiamo coordinato l?assistenza ai tedofori che hanno portato la fiaccola in giro per l?Italia», ricorda De Matteis. 63 tappe durante le quali l?assistenza sanitaria è stata garantita grazie al contributo di 250 associazioni locali legate all?Anpas e da associazioni indipendenti in Val d?Aosta e in territorio francese. Dal 27 gennaio i volontari sono stati poi impegnati a Torino. «La Croce Verde cittadina ha fornito una serie di squadre attive su pista, che hanno lavorato fianco a fianco con agli uomini del Soccorso alpino e ai 57 volontari che hanno contribuito alle attività di antidoping», spiega De Matteis. Il grosso degli interventi, circa 7mila, hanno riguardato «slogature, distorsioni e simili, routine insomma». Inoltre, erano state allestite tre strutture mediche specialistiche per situazioni d?emergenza.

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