Volontariato

Anpas: «La regione Lazio non coinvolge i volontari»

Un'inchiesta de Il Messaggero denuncia i costi eccessivi delle ambulanze

di Redazione

«Ambulanze, sprechi e affari d’oro», titola oggi Il Messaggero nelle pagine della cronaca romana. Secondo il quotidiano nel Lazio il servizio è quasi tutto a carico della sanità pubblica, con solo 40 delle 139 postazioni sul territorio gestite da associazioni di volontariato. Per il resto il business dei trasferimenti è in mano ai privati. La spesa più rilevante è per gli stipendi dei dipendenti: circa 100 milioni. Solo per gli straordinari se ne spendono 20. Un caso unico in Italia, «mentre in Lombardia ci sono 60mila persone che lavorano gratis».

All’inchiesta de Il Messaggero risponde oggi l’Anpas, l’Associazione nazionale pubbliche assistenze. L’organizzazione dei volontari precisa che la scelta di coinvolgerli nel sistema di emergenza e urgenza non deve essere considerata solo per limitare la spesa sanitaria delle Regioni ma deve essere frutto della consapevolezza che, attraverso il volontariato, centinaia di migliaia di cittadini vengono formati e possono intervenire nelle situazioni di emergenza contribuendo, insieme al personale sociosanitario, a salvare molte vite. «Il Volontariato – dichiara il vicepresidente nazionale Anpas Fabrizio Pregliasco – ha contribuito in molte Regioni sia a introdurre innovazione e sperimentazione nelle tecniche del soccorso, che a rendere il sistema 118 più flessibile ed in grado di modulare le proprie capacità di operare nel territorio. Se non ci fossero i volontari non sarebbe possibile dare risposte adeguate in territori difficili ma anche nei contesti metropolitani nei quali, e non solo per l’emergenza, le ASL fanno fatica a soddisfare la domanda di trasporto sanitario». Il presidente regionale Angelo Ballacci aggiunge: «Da anni contestiamo alla Regione Lazio il mancato coinvolgimento del volontariato nel 118 di cui sono i cittadini a pagarne direttamente le conseguenze. Nella nostra regione sono presenti 16 Associazioni aderenti ad Anpas che, pur non essendo coinvolte nel sistema 118, sono inserite in una rete nazionale che promuove momenti di formazione, aggiornamento sul tema dell’assistenza in Emergenza». Anpas precisa inoltre che la denominazione «Croce Verde, Croce Azzurra, Croce Blu e Croce Bianca» viene utilizzata anche da molte associazioni aderenti ad Anpas che sono quindi associazioni di volontariato, ai sensi della legge 266/91 e che quindi non possono essere considerate soggetti commerciali. Il Messaggero invece parlava di «giungla policromatica dei privati».


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