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Anpas – Croce Rossaprove tecniche di pace Le due organizzazioni con la Croce Bianca entrano nella governance dell’azienda lombarda di pronto intervento. Caso unico a livello nazionale di Stefano Arduini

soccorso Il nuovo sistema del 118 ai Mondiali di ciclismo

di Redazione

È una fuga partita da lontano quella che ha portato le tre organizzazioni più rappresentative del volontariato del soccorso a trovare posto nel board della neonata Areu, l’Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia, costituita lo scorso aprile con un budget di 155 milioni di euro, ma che ha celebrato il battesimo operativo in occasione dei Mondiali di ciclismo di Varese. Da oggi in poi, infatti, Anpas Lombardia (88 associazioni, 14.850 volontari e 450 dipendenti), Croce Bianca Milano (26 sezioni, 32 sedi, 6 delegazioni per 5.076 volontari e 196 dipendenti) e la sezione regionale della Croce Rossa (25mila volontari e 900 dipendenti) non sono più gregari di lusso del sistema del 118 regionale, ma entrano a pieno titolo nella cabina di regia. «È dalla fine degli anni 90 che collaboriamo per tagliare questo traguardo», conferma il direttore di Anpas, Ezio Mori.
A tirare la volata alle tre associazioni è la stessa delibera istitutiva dell’Areu che, in più di un passaggio, si riferisce al volontariato come «componente indispensabile e attiva del sistema emergenza urgenza». «Le tre realtà con cui collaboriamo rappresentano l’85-90% delle associazioni lombarde impegnate su questo fronte e il 95% delle forze attive nel 118», ribadisce il direttore generale dell’Areu, Alberto Zoli. Sono due gli organismi dell’szienda in cui hanno trovato posto Anpas, Cri e Croce Bianca: la Consulta delle associazioni e la Giunta di comunicazione. Il primo, lungi dall’essere un tavolo di mera consultazione, affiancherà la direzione generale nelle scelte strategiche; la seconda, invece, si occuperà della comunicazione esterna dell’Areu. Un posto chiave che offre una vetrina importante ai volontari lombardi, come spiega il numero uno della Croce Bianca, Bruno Rossini: «Ci aspettiamo che con questa operazione sempre più cittadini sappiano apprezzare le nostre attività».
Il gruppo per ora pare ben affiatato: «dai primi incontri è apparso subito chiaro che tutti pedaliamo in un’unica direzione: quella di offrire un servizio di qualità ai cittadini», spiega Zoli. Anche se, interviene Mori, «manteniamo tutte le nostre riserve sulla forma giuridica che ha un’organizzazione come la Croce Rossa». Su questo punto in effetti la strada pare ancora in salita. Se da una parte il dg dell’Areu si prepara a un «riordinamento del sistema che coinvolgerà anche i presidi territoriali in modo da avere una copertura quanto più efficiente possibile» e sia Croce Bianca che Anpas si dicono disposte « anche a rinunciare ad alcuni presidi», dalla Cri Lombardia, per voce del direttore Maria Rosa Parlanti, arriva una decisa frenata: «Non se ne parla: siamo un ente pubblico, ho il dovere di salvaguardare il lavoro dei dipendenti».

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