Politica

ANORESSIA. Meloni e Fazio presentano iniziative di prevenzione

Varata oggi una campagna e un sito rivolti ai giovani

di Gabriella Meroni

Sono ormai oltre 300 mila i siti italiani pro-ana, che istigano cioè all’anoressia utilizzando la Rete come strumento di contatto con i ragazzi.«Ed è proprio per questo motivo, e non per una forma di giovanilismo o di modernità, che abbiamo pensato di lanciare un sito che offra un’alternativa a tutte le persone che soffrono di questa malattia, oggi oltre tre milioni nel nostro Paese». Ad affermarlo è stata Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, presentando oggi a palazzo Chigi il nuovo sito Timshel.it (dall’ebraico Tu puoi), pensato per fornire informazioni mediche e pratiche in un linguaggio che si avvicini il più possibile a quello degli adolescenti, la fascia d’età piu’ colpita dall’anoressia.

«Il 5% delle donne tra i 13 e i 35 anni – ha ricordato il ministro – deve fare i conti con questa patologia. Ma oggi anche le ultraquarantenni e gli uomini sono sempre più colpiti. È un problema dalle mille sfaccettature che va affrontato a 360 gradi, tanto più – ha sottolineato – che sono in rete centinaia di migliaia di siti che istigano all’anoressia, dispensando anche consigli su come ingannare le famiglie illudendole che si continui a mangiare, o diffondendo gli standard di magrezza perfetta. Noi vogliamo offrire un’alternativa con notizie positive e informazioni utili». Per la Meloni, «purtroppo, al contrario degli Stati Uniti, l’Italia non ha ancora una norma che renda illegali questi spazi web, che infondo spingono al suicidio. In tutta Europa si sta iniziando ad affrontare il problema, con Paesi che stanno predisponendo norme ad hoc. Il Parlamento europeo ha inoltre incluso nei 55 milioni di euro di risorse dedicate alla lotta contro la pedopornografia e il traffico di droga, anche la battaglia contro questo problema. Da noi ci sono proposte, ad esempio quella della deputata Beatrice Lorenzin (Pdl), finalizzate ad affrontare la questione. Si dovrà intervenire o con leggi – ha concluso il ministro – o con regolamenti interpretativi di norme gia’ esistenti».

Sono ancora troppo pochi i centri di riferimento per la cura dell’anoressia e della bulimia in Italia, con buchi di assistenza soprattutto al Sud. «Abbiamo istituito una commissione al ministero per avviare un percorso finalizzato all’istituzione di una struttura ad hoc in ogni Regione, più una rete scientifico-assistenziale che monitori la situazione». Ad annunciarlo è stato il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, partecipando oggi a palazzo Chigi alla presentazione di un sito web informativo sui disturbi del comportamento alimentare. «La bulimia e l’anoressia nervosa – ha ricordato Fazio – sono malattie che esordiscono fra i 10 e i 30 anni e che tendono a cronicizzare. Si stanno diffondendo anche fra gli uomini, con un rapporto di uno a dieci rispetto alle donne. Si tratta dunque di un problema di salute pubblica, con una mortalita’ che per la bulimia raggiunge il 20%. Il problema è la carenza di assistenza specializzata, data anche la diversita’ di espressione clinica delle patologie. Il risultato è che l’iter diagnostico può durare anche anni, con viaggi continui da un luogo all’altro. Il lavoro del ministero è iniziato nel 2008 con uno stanziamento di un milione di euro all’interno del progetto Guadagnare salute». «L’intervento di primo grado -osserva Fazio- è stato quello di istituire cinque centri pubblici “sentinella” per stilare una mappa aggiornata dell’assistenza in Italia e linee guida d’azione».

www.timshel.it

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