Salute
Anoressia e bulimia, ecco i 91 centri dove curarsi
L'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato la prima mappa completa dei servizi offerti dal Servizio sanitario nazionale per curare i disturbi del comportamento alimentare
L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato la prima mappa completa dei servizi offerti dal Servizio sanitario nazionale per curare i disturbi del comportamento alimentare. L’elenco dei centri è disponibile qui
Questa mappatura rende visibile in tempo reale le informazioni dei centri di cura che si registrano nella piattaforma, al fine di garantire ai cittadini affetti da tali patologie e alle loro famiglie i migliori livelli di accesso e appropriatezza dell’intervento.
Al 31 dicembre 2021 la mappatura conta 91 strutture su tutto il territorio nazionale: 48 centri al Nord (di cui 16 in Emilia Romagna), 14 al Centro Italia e 29 tra Sud e Isole. Per ogni centro in elenco è presente la scheda informativa
Come avevamo raccontato in questa inchiesta, i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating), sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza e oggetto di attenzione sanitaria e sociale sul piano scientifico e mediatico per la loro diffusione, per l’esordio sempre più precoce tra le fasce più giovani della popolazione e per l’eziologia multifattoriale complessa.
«L’emergenza pandemica -spiega Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e doping dell’ISS – ha avuto effetti pesanti sulle persone che soffrono di tali disturbi amplificando la problematica. Consapevoli degli ulteriori disagi che tale emergenza sanitaria ha causato ai pazienti e ai loro familiari, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno ritenuto fondamentale la disponibilità di un primo riferimento». Il censimento è in continuo aggiornamento: dal 2022 coinvolgerà anche alle strutture del privato accreditato.
Oltre la metà sono al Nord ed assistono soprattutto ragazze (sono il 90% dei pazienti), le più colpite in assoluto prima di tutto da anoressia, poi da bulimia e binge drinking.
Rispetto alle più frequenti diagnosi l’anoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi, la bulimia nervosa nel 18,2% e il disturbo di binge eating nel 14,6%.
Il 59% degli utenti ha tra i 13 e 25 anni di età, ma ci sono anche bambini con meno di 12 anni (sono il 6%).
Sono 963 i professionisti che lavorano nei centri, tutti formati e aggiornati: soprattutto psicologi (24%), psichiatri o neuropsichiatri infantili (17%), infermieri (14%) e dietisti (11%). Sono inoltre presenti gli educatori professionali (8%), i medici di area internistica e pediatri (5%), i medici specialisti in nutrizione clinica e scienza dell’alimentazione (5%), i tecnici della riabilitazione psichiatrica (3%), gli assistenti sociali (2%) ed infine i fisioterapisti (1%) e gli operatori della riabilitazione motoria (1%).
Risultano in carico al 65% dei Centri censiti oltre 8000 utenti. Poco meno di tremila sono in carico da più di 5 anni e soltanto nell’ultimo anno di riferimento (2020) hanno effettuato una prima visita circa 4700 pazienti. I percorsi prevedono interventi psicoterapeutici (100%), psicoeducativi (99%), nutrizionali (99%), farmacoterapico (99%), di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale (99%) e di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale (62%).
Il risultato è stato raggiunto attraverso il progetto MA.NU.AL che il ministero della Salute, nell’ambito delle Azioni Centrali del CCM, ha affidato al Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità.
In apertura, la foto che Silvia Bevilacqua ha presentato in occasione della mostra organizzata da Ri-scatti Onlus in collaborazione con l’Ospedale Niguarda di Milano e l’Associazione Erika.
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