Volontariato
Annotazioni dall’autunno della civiltà. Per resistere all’inverno e preparare la primavera
Come in un taccuino personale, anche questo autunno ho annotato sulla mia pagina Facebook, quasi quotidianamente, pensieri suscitati da alcune “notizie del giorno”. Rileggendole insieme, a posteriori, se ne può ricavare il senso complessivo di questo autunno della civiltà. Per attrezzarci a resistere all’inverno e preparare la primavera.
20 settembre
Oggi a Maryland ennesima strage negli USA. Nessun terrorismo ha mai fatto tante vittime quanto le armi libere: 30.000 morti all’anno sacrificati sull’altare della lobby delle armi. Più della somma delle vittime statunitensi nelle tante guerre nelle quali il governo americano è attualmente impegnato.
Oggi negli USA, domani in Italia. Grazie al “nostro” governo che, a sua volta, liberalizza le armi e la licenza di uccidere. E la chiama – beffardamente – “legittima difesa”
25 settembre
In fondo, pensandoci bene, non è concettualmente sbagliato che nel “decreto Salvini” il governo Conte (si fa per dire) abbia collegato i temi della sicurezza e dell’immigrazione: la sicurezza degli immigrati non è mai stata così in pericolo da quando è in carica questo governo.
Del resto, con il decreto sulla liberalizzazione delle armi e la legge sulla cosiddetta “legittima difesa”, anche la sicurezza degli indigeni è già fortemente compromessa
28 settembre
Non mi stupisce che la Lega abbia partorito quell’obbrobrio giuridico su sicurezza e immigrazione che risponde al nome di “decreto Salvini”.
Mi lascia senza parole che l’abbiano accolto con entusiasmo quelli che alle ultime elezioni del Presidente della Repubblica urlavano “Rodotà, Rodotà”.
Ma temo che non colgano neanche la contraddizione
2 ottobre
Hanno scelto il giorno peggiore per un’azione sbagliata, o forse quello più giusto: arrestare Mimmo Domenico Lucano, sindaco di Riace, il 2 Ottobre Giornata internazionale della nonviolenza.
La nonviolenza, come ci ha insegnato Aldo Capitini, è “apertura e appassionamento all’esistenza, alla libertà ed allo sviluppo di ogni essere.” In una regione nella quale domina praticamente incontrastata la ‘ndrangheta – che è l’incarnazione perfetta della violenza – il sindaco Lucano opera quotidianamente, a suo modo, la scelta della nonviolenza. Compresa la disobbedienza civile contro i provvedimenti inumani del governo della paura, per la quale è stato arrestato.
Per questo è uno di noi, un amico della nonviolenza. Per questo domenica saremo alla Marcia della Pace, da Perugia ad Assisi anche per lui.
5 ottobre
Importante e giusta la scelta del Comitato norvegese di assegnare il Premio Nobel per la pace a Denis Mukwege e Nadia Murad contro gli stupri di guerra.
Per non dimenticare che la guerra è sempre uno stupro dell’umanità
11 ottobre
Oggi non c’è stata solo – e finalmente – l’ammissione da parte di un carabiniere della violenza di Stato nei confronti di Stefano Cucchi, ma la vittoria della lotta di Ilaria Cucchi a beneficio della civiltà del nostro Paese e delle sue forze dell’ordine. Una vittoria per tutti.
Grazie Ilaria per la tua fermezza nella verità, che Gandhi chiamava satyagraha
13 ottobre
Bruciare manichini di Salvini e Di Maio, come hanno fatto ieri alcuni studenti a Torino, e mettere bombe nelle sedi della Lega, come avvenuto la notte scorsa ad Ala di Trento, non è sacrosanta lotta al razzismo. Ma scimmiottamento, riproduzione e rafforzamento del fascioleghismo.
Bisogna dirlo subito, forte e chiaro. La civiltà sta nei mezzi.
15 ottobre
I 60 mila euro raccolti in poche ore per pagare la mensa dei bambini di Lodi e l’ottimo risultato dei Verdi (quelli veri) di Baviera con un programma aperta/mente di accoglienza, ci dicono che – nonostante gli imprenditori e i governi della paura – l’Italia e l’Europa sono irriducibili al fascioleghismo.
Avanti così, senza alcun passo indietro
18 ottobre
A Trento una signora italiana non vuole che si segga accanto a se sul Bus, nel posto a lui assegnato, un giovane senegalese di Bolzano, perché è di un altro colore e (forse) di un’altra religione.
L’apartheid in cui sta precipitando il nostro Paese non è solo un’emergenza politica e civile, ma soprattutto educativa e culturale. Per troppo tempo – a dispetto della storia – ci siamo cullati sul mito degli “italiani brava gente”.
Ora è necessario ripartire dai fondamentali.
21 ottobre
E poi, tutte le volte che ascolto Mimmo Lucano le sue parole mi aiutano a riconciliarmi con la Calabria, la mia maledetta e straordinaria terra di origine.
Anche per questo gli sono intimamente e personalmente grato
25 ottobre
E il senato ha approvato la “legittima difesa” dei profitti dei costruttori di armi.
Grazie a chi l’ha fortemente voluto, a chi si è totalmente accodato, a chi si è parzialmente accodato, a chi non ha fatto opposizione abbastanza. Grazie alla lucida (si fa per dire) follia di tutti costoro se da oggi c’è meno sicurezza per tutti
26 ottobre
Non c’è un giornale, una testata, un politico di governo o di opposizione che abbia il coraggio di ricordare che dietro al gigantesco traffico di droga a Roma, che ha portato anche allo scempio ed all’omicidio della povera Desirée, ci sono la ‘ndrangheta e la camorra. Ossia le mostruose mafie italiane.
Nei confronti delle quali nessuno evoca la ruspa.
28 ottobre
L’immagine dell’oscena maglietta indossata a Predappio, più che alle necessarie misure penali, mi fa pensare al percorso formativo di quella donna: quanto è stata vittima di bullismo nella sua infanzia? Che educazione ha ricevuto? Che scuole ha frequentato? Quali insegnati ha incontrato? Quali adulti-educatori si sono presi cura di lei?
L’ignoranza fascista è emergenza educativa, prima che politica e giudiziaria
29 ottobre
Per noi che ci siamo formati sulla Pedagogia degli oppressi di Paulo Freire e siamo stati dalla parte della Teologia della Liberazione contro la repressione di Santa Romana Chiesa; per noi che abbiamo sostenuto il Movimento Sem Terra e ci siamo emozionati con le foto di Sebastião Salgado; per noi che abbiamo esultato per le giocate filosofiche di Socrates de Oliveira, il calciatore gramsciano della Fiorentina, ed abbiamo dedicato a Reggio Emilia un Gruppo Educativo Territoriale al sindacalista Chico Mendes; per tutti noi che amiamo il Brasile come luogo dell’anima – pur non essendoci mai stati – è un colpo al cuore sapere che è di nuovo finito nelle mani di un fascista nostalgico della dittatura militare.
Per questo ameremo ancora di più le sue infinite lotte di liberazione
31 ottobre
Sentenza al processo Aemilia: confermato l’impianto accusatorio. 125 condanne per fatti di ‘ndrangheta per complessivi 1225 anni di carcere: tutti italiani, dal primo all’ultimo. Adesso quando si parla di sicurezza e criminalità a Reggio Emilia e in Emilia Romagna la smetterete di associarle – con riflesso condizionato – a profughi, migranti e richiedenti asilo?
3 novembre
“Quanti di voi hanno avuto un conflitto nell’ultimo mese?”
Praticamente tutti.
“Quanti lo hanno risolto con la violenza?”
Nessuno.
Aiutare i ragazzi di una classe dello “Zanelli” nella scoperta che la guerra non è un destino inevitabile dell’umanità è il modo migliore per prepararsi al 4 novembre
4 novembre
La retorica della “Vittoria” nella “grande guerra”- che nasconde la tragedia europea della ”inutile strage” che aprì la strada alle dittature ed alla seconda guerra mondiale – è l’elemento fondante dell’ideologia fascista.
Decostruirne la narrazione bellicista, a cominciare dal 4 novembre, è la prima indispensabile azione antifascista.
5 novembre
Se un balordo di origine araba avesse sequestrato, coltello alla mano, i dipendenti di un ufficio postale urlando “hallhau akbar” sarebbe stato un attentato terroristico, con tanto di dirette, edizioni straordinarie, proclami e selfie del ministro dell’interno.
Invece a Reggio Emilia ha fatto tutto un italianissimo ‘ndranghetista, condannato a 19 anni di carcere nel processo Aemilia, che con Salvini ci voleva proprio parlare. Che cosa vuoi che sia… E’ la costruzione della percezione e della impercezione dell’insicurezza, bellezza!
6 novembre
Una settimana di maltempo ha provocato in Italia 32 (trentadue!) morti. Il Paese che spende per la “difesa” 25 miliardi di euro all’anno, ossia 70 milioni al giorno, non è in grado di difendere i suoi cittadini dagli acquazzoni, mettendo in sicurezza il territorio. Armati fino ai denti ma perfettamente indifesi difronte alle minacce reali.
Non lo ribadiamo mai abbastanza: non solo un’altra difesa è possibile ma è anche necessaria e urgente.
7 novembre
Il cosiddetto “decreto Salvini” è una vergogna non perché genera più clandestini, ma perché nessun essere umano è clandestino.
Se almeno a sinistra non si afferma questo principio base di civiltà, non si esce dal baratro nel quale stiamo precipitando. Ma si sprofonda.
Bisogna scandirlo chiaro e forte
8 novembre
Il cosiddetto “disturbo post traumatico da stress”, che colpisce la maggior parte dei reduci di guerra, non è altro che la follia della guerra che rende folli.
Oggi in California l’ennesimo folle ex marine ha ucciso in un bar 12 persone. E poi si è ucciso.
La guerra genera guerra, anche dentro di sé. Le armi libere fanno il resto.
(Che poi questa notizia sia praticamente nascosta, mentre se si fosse trattato di un folle di origine araba si sarebbe scatenato il circo mediatico internazionale, è la solita perversa distorsione dell’informazione)
9 novembre
Hanno ragione Trump e Salvini, la sicurezza dell’Italia e degli USA è minacciata da un’invasione: da Thousand Oaks ad Asti è invasione delle armi. E loro ne sono i principali artefici.
Contro di essa è necessaria la legittima difesa, non armata e nonviolenta.
10 novembre
Nella vergogna del cosiddetto decreto “sicurezza” la cosa apparentemente più assurda è il taglio dell’insegnamento della lingua italiana e dell’assistenza psicologica ai migranti richiedenti asilo.
In realtà è una misura funzionale alla costruzione in corso del “nemico interno”, da rappresentare come alieno e incomprensibile, nella lingua e nelle modalità, dunque inintegrabile. Capro espiatorio perfetto sul quale orientare, con sempre maggiore violenza, la rabbia degli impoveriti.
E il loro voto.
11 novembre
I capi di Stato e di governo del pianeta si sono ritrovati al Forum della pace di Parigi per celebrare il Centenario dall’armistizio del 1918 che pose fine alla prima guerra mondiale, invocando un futuro di pace.
Ma come hanno dimostrato questi tragici cento anni, non c’è pace senza disarmo. Dall’alto dei loro arsenali – in pieno riarmo – nessuno pare essersene ricordato. Una “dimenticanza” gravissima per il futuro di tutti
13 novembre
Per la sicurezza di tutti c’è un unico grande sgombero da fare: quello delle armi.
Il governo che – in nome della “sicurezza” – sgombera il presidio di accoglienza del Baobab Experience, mentre liberalizza le armi “leggere”, non taglia le abnormi spese militari e non ratifica il Trattato per l’abolizione delle armi nucleari, non fa che pura mistificazione pseudo-securitaria.
Buona solo per gli allocchi
14 novembre
Nella vita di un Paese ci sono alcune scelte che non segnalano solo il cambiamento politico, ma diventano campanelli d’allarme che avvisano sullo stato di salute o di degrado della democrazia.
Che la presidenza della Commissione parlamentare sui Diritti Umani – guidata nella precedente legislatura egregiamente da Luigi Manconi – sia stata oggi affidata ad una signora nota solo perché affetta da razzismo conclamato è una di quelle scelte.
Tra le più gravi e degradanti per le Istituzioni democratiche
16 novembre
Di fronte all’onda fascioleghista “sovranista” dilagante in questo Paese, guardo con preoccupazione alla disgregazione e frantumazione della sinistra e mi chiedo se alle elezioni europee sarà possibile – anche in Italia – votare una lista impegnata per l’ecologia, il disarmo, l’accoglienza, i diritti umani. Ossia capace di affrontare le emergenze del nostro tempo.
Una lista non velleitaria, che si ponga il tema di promuovere e governare l’altra Europa possibile. E sia impegnata a costruire ponti, non muri. Anche politicamente
20 novembre
Ai bambini rinchiusi nei lager libici
A quelli yemeniti sotto le bombe arabo-italiane
A quelli assediati senza cibo nelle guerre
A quelli costretti a imbracciare un fucile, anziché matite colorate
A quelli nei campi profughi di tutto il mondo
A quelli che s’inabissano nel Mediterraneo perché è vietato salvarli
A quelli i cui governi preferiscono le spese militari agli investimenti per la scuola e la sanità…
Spiegatelo a loro che oggi è la Giornata internazionale dei Diritti dell’Infanzia
21 novembre
Diciamolo forte e chiaro: mentre Salvini e Di Maio mettono il nostro Paese alla berlina d’Europa, i cooperanti che rischiano la vita nella solidarietà internazionale, come Silvia Romano, e i volontari che rischiano la galera per salvare vite umane, come quelli dell’Aquarius, rappresentano il volto civile dell’Italia nel mondo.
Per questo meritano rispetto, ammirazione, vicinanza e sostegno.
22 novembre
Quelli che dicono “aiutiamoli(teli) a casa loro”, ma dicono anche che Silvia Romano “se l’è andata a cercare”, non solo violano il principio aristotelico di non contraddizione e, quindi, una delle leggi fondamentali della logica umana, ma pure il banale buonsenso.
Del quale il loro capitano si riempie la bocca. Mentre lo contraddice
25 novembre
I sovranismi preparano i nazionalismi,
i nazionalismi preparano le guerre
27 novembre
Da tempo non ho la televisione, ma leggo che Rai2 e La7 ieri sera, meritoriamente, hanno trasmesso alcuni film di Bernado Bertolucci. Tuttavia la maggior parte del pubblico ha preferito guardare il “Grande Fratello”…
Che dire? Rocco Casalino al potere è quel che ci meritiamo
28 novembre
Un giorno un Paese – finalmente – civile ricorderà il 27 novembre 2018 come giornata della fine della civiltà giuridica italiana: il “decreto Salvini” (non chiamatelo certo “sicurezza”, semmai “paura”), sul quale il governo Conte ha ottenuto la fiducia compatta da Lega Nord e Movimento 5 Stelle, non è solo una misura incostituzionale, ma trascina il Paese nella barbarie.
Non ci resta che cominciare a costruire quel Paese civile futuro, partendo – qui ed ora – dall’obiezione di coscienza e dalla disobbedienza civile al decreto paura
29 novembre
Non si tratta di un decreto che mette in sicurezza il territorio rispetto alle devastazioni idrogeologiche.
Non si tratta di un decreto che mette in sicurezza le case e le scuole dai rischi sismici.
Non si tratta di un decreto che fornisce strumenti e risorse nella lotta alle mafie.
Non si tratta di un decreto che libera il Paese dalle armi in circolazione (anzi la liberalizzazione della licenza di uccidere sarà il prossimo passo).
Non si tratta di un decreto per l’adesione al Trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari.
Si tratta di un decreto che si abbatte su persone in fuga da Paesi tormentati da guerre, dittature e violazioni dei diritti umani.
Allora, perché lo chiamate “decreto sicurezza”? Sicurezza di chi?
1 dicembre
Il primo dicembre del 1955 una giovane di nome Rosa Parks, stanca di dover sottostare a leggi razziste, con la sua obiezione di coscienza dà l’avvio alle campagne di disobbedienza civile che da Montgomery porteranno all’abolizione della segregazione razziale negli USA.
Pensavamo fosse ormai una pagina di storia, invece è l’esempio di ciò che c’è ancora da fare. Oggi in Italia
2 dicembre
Mentre fanno espellere dai centri di accoglienza adulti, bambini e donne incinte ai quali hanno tolto la protezione umanitaria obbligano le scuole – dalle quali quegli studenti spariranno – a fare i presepi, dove si ricorda beffardamente l’antica protezione umanitaria ad una donna forestiera incinta, in una mangiatoia.
Si dicono cristiani ma si comportano da solerti seguaci di Erode
3 dicembre
Come fai a spiegare al sindaco leghista di Codroipo di Udine – ed ai suoi consiglieri comunali – che vietando all’asilo giochi e strumenti musicali che facciano riferimento alle “diverse culture” il vero danno lo fanno ai bambini italiani che non possono misurarsi con le differenze e la complessità, e sviluppare le intelligenze connesse?
La prima caratteristica dell’ignoranza è il non sapere di esserlo
5 dicembre
Può il governo del cambiamento in peggio – che spaccia paura, odio e inciviltà – sostenere il servizio civile universale? Mentre nessun taglio è annunciato sulle spese militari, sono stati più che dimezzati i fondi per la difesa civile non armata e nonviolenta del Paese, quella che difende i Diritti di tutti. E respinti o ritirati gli emendamenti contrari.
Azzoppata l’unica “politica giovanile” nazionale degna di questo nome
7 dicembre
“E’ scattata la caccia al capro espiatorio: dopo il rancore, è la cattiveria che diventa la leva cinica di un presunto riscatto” scrive oggi il Censis nel suo rapporto annuale sul nostro Paese.
Aggiungendo che l’Italia è quart’ultima in Europa per investimenti sull’istruzione (e tra le prime per spesa militare, aggiungiamo noi).
O si ribalta questa fotografia sociale o non ci sarà alcun argine alla barbarie
9 dicembre
A Paternò l’ennesima strage familiare con armi da fuoco legalmente possedute: un uomo spara alla moglie, ai figli e poi a se stesso.
Ma per Salvini e per il governo non sono ancora abbastanza, le armi “legali”.
E dunque le stragi.
10 dicembre
Anche oggi, nonostante in tutto il mondo sia stata celebrata la Giornata internazionale dei Diritti Umani, i governi del pianeta hanno speso complessivamente i 500miliardi di dollari quotidiani in spese militari, cioè nella preparazione – e realizzazione – delle guerre.
Ossia nella negazione assoluta di tutti i diritti umani e nella sottrazione, a questo scopo, di enormi risorse alla loro tutela e difesa.
Per questo l’impegno per i Diritti Umani non può essere disgiunto dall’impegno per la pace, il disarmo e la trasformazione nonviolenta dei conflitti
13 dicembre
Il rapporto della Caritas su “Il peso delle armi” conferma quanto sosteniamo da tempo: le armi (anche quelle cosiddette “leggere”) non sono solo lo strumento ma – soprattutto – la causa delle guerre.
E sono anche il principale business del nostro Paese.
L’impegno per la pace, dunque, passa per il disarmo e la riconversione civile dell’industria bellica. Altrimenti è mera retorica pacifista
15 dicembre
“Adesso io sono distrutto. Adesso ho distrutto loro, il mondo è finalmente salvo?” Si chiede il missile dopo aver colpito una famiglia in nome della lotta al terrorismo. Queste le parole tragiche e profetiche in un racconto di Antonio Megalizzi contro la follia della guerra.
19 dicembre
C’è chi la chiama “sindrome da governo”, c’è chi la chiama “maledizione degli F35”, sta di fatto che dall’opposizione (quasi) tutti sono contrari, ma dal governo diventano tutti favorevoli ai famigerati cacciabombardieri a capacità nucleare che – pur essendo contrari alla Costituzione – ci costano 14 miliardi di euro.
Ultimo arrivato nel club delle passioni tristi il Movimento 5 Stelle, che dall’opposizione faceva fuoco e fiamme (metaforiche) contro questo folle programma militare, mentre dal ministero della difesa ha deciso di farli reali, il fuoco e le fiamme. Saltando a bordo dei caccia.
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