Mondo
Annan: la guerra deve essere l’ultima risorsa
Questo uno dei passaggi piu' significativi del messaggio del Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, pubblicato dal 'Corriere della Sera'
di Paolo Manzo
”A volte puo’ essere necessario usare la forza per fronteggiare le minacce alla pace: e la Carta lo prevede. Ma la guerra deve essere sempre un’ultima risorsa. Si deve ricorrervi soltanto quando sia stata tentata ogni altra ragionevole alternativa: nel caso attuale, solo se si e’ sicuri che ogni mezzo pacifico per ottenere il disarmo dell’Iraq sia esaurito”. Questo uno dei passaggi piu’ significativi del messaggio del Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, pubblicato dal ‘Corriere della Sera’. ”In tutto il mondo l’opinione pubblica vuol vedere risolta pacificamente questa crisi. E’ allarmata per le enormi sofferenze umane che la guerra provoca sempre. Ed e’ in ansia per le conseguenze che questa particolare guerra potrebbe avere nel lungo periodo. Teme -scrive Annan- che condurra’ all’instabilita’ regionale e a crisi economiche; e che possa avere, conseguenze non programmate che producano nuovi pericoli. Rendera’ ancora piu’ difficile la lotta al terrorismo o la ricerca della pace fra israeliani e palestinesi? Segnera’ divisioni profonde tra nazioni e popoli di fedi diverse? Compromettera’ la nostra capacita’ di lavorare insieme per affrontare in futuro altre preoccupazioni di comune interesse? Sono interrogativi seri, e le risposte devono essere considerate con attenzione”.
Per Annan, ”l’aspetto immediato e piu’ urgente di questo compito e’ garantire che l’Iraq non disponga piu’ di queste armi” che ha ”effettivamente usato in passato”. Inoltre, ”sotto l’attuale leadership , ha perpetrato un’aggressione contro i suoi vicini: l’Iran nel 1980 e il Kuwait nel 1990”. Ecco perche’, sottolinea Annan, ”il Consiglio di sicurezza e’ determinato a disarmare l’Iraq e dal 1991 ha approvato una serie di risoluzioni che chiedono all’Iraq di disarmare”. ”Le Nazioni Unite, fondate per ‘salvare le future generazioni dal flagello della guerra’, hanno il dovere di cercare una soluzione pacifica fino all’ultimo istante possibile” aggiunge Annan. La decisione di una guerra o no ”e’ molto seria. Se non riescono a trovare un accordo su una posizione comune, e qualcuno di loro intraprende un’azione priva dell’autorizzazione del Consiglio, la legittimita’ di quell’azione -sottolinea ancora Kofi Annan- sara’ ampiamente messa in discussione e non otterra’ l’appoggio politico necessario a garantirne il successo anche dopo la fase militare”. Se invece i membri del Consiglio riescono a trovare un accordo, ”anche in queste ultime ore, e assicurano di conformarsi alle loro precedenti risoluzioni concordando un percorso comune, l’autorevolezza del Consiglio ne uscira’ accresciuta e il mondo sara’ un posto piu’ sicuro”.
Per il segretario generale delle Nazioni Unite, ” la crisi in Iraq non e’ qualcosa a se’ stante” ma ”avra’ un impatto profondo su altre questioni di enorme importanza. Quanto piu’ il nostro consenso sul modo di fronteggiare l’Iraq sara’ ampio, tanto maggiore sara’ la possibilita’ che ci si possa trovare nuovamente uniti per far fronte con efficacia ad altri scottanti conflitti nel mondo, a partire da quello fra israeliani e palestinesi”. ”Soltanto una giusta soluzione di quel conflitto puo’ portare una speranza autentica di stabilita’ duratura nella regione” afferma ancora Annan. ”Al di la’ del Medio Oriente, il successo o il fallimento della comunita’ internazionale nel risolvere la crisi irachena incidera’ in modo cruciale sulla sua capacita’ di affrontare sviluppi non meno inquietanti nella penisola coreana e sulla soluzione dei conflitti che stanno provocando tanta sofferenza in Africa”. ”Comunque venga risolto questo conflitto, l’Onu resta centrale. Dovremmo fare tutto il possibile per mantenerne l’unita”’ conclude Annan.
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