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Annan: evitare il vuoto politico a Kabul

Unirsi per assicurare la sicurezza. Di tutti. Questo, in sintesi, il senso dell'intervento del segretario generale in seno al Consiglio di sicurezza Onu

di Paolo Manzo

Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha lanciato un appello alle grandi potenze affinché agiscano rapidamente in Afghanistan, per evitare un vuoto politico e di sicurezza dopo la caduta di Kabul nelle mani dell’opposizione antitalebana.

Annan ha chiesto al Consiglio di Sicurezza Onu di mobilitarsi in forma duratura ad aiutare gli afghani a stabilire la pace e a rispondere alle emergenze umanitarie. I progressi delle forze dell’Alleanza del nord che si sono impadronite ieri di Kabul, “sta a significare che dobbiamo muoverci rapidamente per evitare un vuoto politico e di sicurezza”, ha detto Kofi Annan.

Annan si è rivolto ai 15 membri del Consiglio di Sicurezza prima che il suo rappresentante speciale per l’Afghanistan, Lakhdar Brahimi, esponesse il suo piano per crearvi un’autorità provvisoria che includa tutte le fazioni ed etnie.

Dopo cinque anni di potere talebano, Kabul è caduta nelle mani dell’Alleanza del nord che ha ignorato il monito degli Stati Uniti a non entrare nella capitale afghana. L’opposizione ha quindi sorpreso la comunità internazionale che non è ancora riuscita a trovare una formula di transizione politica, nonostante le intense negoziazioni diplomatiche degli ultimi giorni.

“Se tutte le parti apporteranno il loro appoggio, così come i Paesi vicini e più in generale l’intera comunità internazionale, esiste una possibilità reale di creare un governo a base ampia, pienamente rappresentativo. E’ ciò per cui le Nazioni Unite si stanno battendo”, ha poi sottolineato Annan.

“Ma questo presuppone il pieno appoggio degli afghani e la fine delle ingerenze dei paesi vicini negli affari interni dell’Afghanistan”, ha proseguito il segretario generale. Annan ha anche insistito sulla “necessità di aiutare rapidamente gli oltre sei milioni di afhgani colpiti dalla guerra e dalla siccità e che dipendono in tutto e per tutto dall’aiuto internazionale”.

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