Non profit

ANIMALI. Palio di Siena a rischio, Lav: «Bene, difendiamo i cavalli»

La presa di posizione dell'associazione a favore dell'ordinanza ministeriale sulle corse con animali

di Gabriella Meroni

«Dopo anni di cavalli e fantini morti e feriti, dopo anni di denunce e manifestazioni delle associazioni animaliste, finalmente grazie al Sottosegretario alla Salute Francesca Martini si fa un passo concreto in avanti sulle corse di equidi per i palii». Comincia così un comunicato diffuso dalla Lav in merito alle recenti decisioni del governo che potrebbero mettere a rischio manifestazioni come il Palio di Siena. «Pur auspicando la cessazione di ogni manifestazione con utilizzo di animali», continua l’associazione, «la LAV saluta positivamente la pubblicazione e quindi l’efficacia dell’Ordinanza ministeriale (cliccare qui per leggerla)  e l’annuncio di una prossima organica legge sulla materia, promessa per quasi due anni in Parlamento dal precedente Governo ma mai presentata».

«Queste nuove odierne minime regole», scrive la Lav, «affidando o confermando precise, ineludibili responsabilità a Comitati organizzatori, Commissioni comunali e provinciali di vigilanza sugli spettacoli, veterinari Asl e liberi professionisti, tecnici dei fondi, siamo sicuri che non permetteranno più l’autorizzazione allo svolgimento di una serie di palii fra i quali quelli inventati, improvvisati o colpevolmente sforniti di requisiti minimi di sicurezza per cavalli, asini, fantini e spettatori. Speriamo che l’atto annunciato riesca a evitare tragedie umane e animali che negli anni hanno caratterizzato i nomi di diverse città e paesi italiani, e ancora proprio l’altro ieri Calascibetta in provincia di Enna, da Sedilo a Siena, da Feltre a Ferrara, da Belpasso a Buti, da Fucecchio ad Asti, da Ronciglione ad Acate, da Avola a Floridia, da Bomarzo a Tolfa.
 
La Lav conclude «augurandosi che anche le manifestazioni ippiche riconosciute siano oggetto di uno specifico intervento legislativo – ricorda che il maltrattamento degli animali e l’uso di doping sono reati e da cinque anni prevedono la reclusione per i casi più gravi, a prescindere dal riconoscimento storico di una manifestazione da parte della Regione che non può omettere l’applicazione del Codice penale».

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.