Welfare

Angola: violazioni dei diritti umani nell’enclave di Cabinda

Human Rights Watch accusa l'esercito angolano di gravi violazioni dei diritti umani nell'enclave petrolifera di Cabinda

di Joshua Massarenti

“L’esercito angolano ha incarcerato e torturato civili in un clima di totale impunità a Cabinda. Inoltre continua a soffocare qualsiasi libertà di movimento in contrasto con la fine delm conflitto separatista che da anni afflige questa regione ricca di petrolio”. Queste le accuse lanciate in un rapporto pubblicato oggi dall’organizzazione di difesa per i diritti umani Human Rights Watch. “Dalla metà del 2002” sostine Hrw, “oltre 30mila soldati angolani sono stati dispiegati a Cabinda, una regione che produce il 60% delle rimesse petrolifere dell’Angola”. Un anno dopo, “l’esercito è riuscito a distruggere il movimente separatista, il Frente de Libertacao do Enclave de Cabinda (Flec), che dal 1963 è in lotta per la sua indipendenza”. Nonostante la vittoria, il governo angolano del presidente Dos Santos ha preso la decisione di far rimanere nell’enclave le sue truppe. Con conseguenze disastrose per le popolazioni civili. “Mentre a Cabinda il conflitto ha avuto fine, l’esercito angolano continua a macchiarsi di crimini contro i civili” assicura Peter Takirambudde, direttore esecutivo dell’Africa Division di Hrw. “Il governo angolano deve quindi porre fine a questa impunità e portare davanti ai giudici i responsabili di questi crimini”.


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