Mondo

Angola: veicolo MSF esplone su mina, muore lo staff medico

La notizia riportata dalla Misna parla di sette morti e 6 feriti. La notizia si e' appresa solo oggi, ma il fatto e' accaduto il 29 novembre

di Redazione

Sette persone sono morte e altre 6 sono rimaste ferite dopo che un veicolo di Medici senza frontiere è esploso transitando su una mina anticarro nel sud est dell’Angola, lo rende noto l’agenzia Misna.L’incidente è avvenuto lo scorso 29 novembre ma la notizia è stata diffusa solo oggi. A bordo del mezzo si trovavano uomini del personale locale di Msf insieme ad alcuni pazienti che dovevano essere trasportati verso l’ospedale di Mavinga. Lo staff dell’organizzazione umanitaria stava rientrando dalla zona a nord della città, dove aveva svolto una campagna di vaccinazione, effettuando a ritroso il percorso fatto al mattino. Ma durante il viaggio il veicolo è incappato in una mina anticarro, un ‘residuato’ della lunga guerra civile angolana. Nell’esplosione è morto tutto il personale medico di Msf e uno dei due bambini che si trovavano a bordo. “Sono persone che hanno cercato di portare un po’ d’umanità dopo tanti anni di sofferenza in Angola e sono state vittime del loro impegno. Perché? Siamo scioccati, frustrati e soprattutto molto tristi ” sono le parole accorate di Thomas Nierle, direttore delle operazione di MSF a Mavinga. “Tutti i nostri pensieri sono con le vittime e le famiglie che hanno perso i loro congiunti”, ha aggiunto. ?È triste che soltanto attraverso queste notizie si ricordi il dramma delle mine antipersona ? ha dichiarato don Tonio Dell?Olio, presidente della Campagna italiana contro le mine -. Questi ordigni, infatti, non sanno di essere stati messi la bando e continuano ad uccidere e a reclamare la vita di vittime innocenti?. L?Angola, che ha ratificato il Trattato internazionale per la messa al bando delle mine antipersona il 5 luglio 2002, è uno dei Paesi con il più alto tasso di ordigni inesplosi. L’ultimo ‘censimento’ effettuato alla fine del 2001 mostra che nel Paese vi sono oltre 2mila campi minati o contaminati da bombe inesplose. A soffrire le conseguenze di questa realtà sono proprio i civili che rappresentano il 75 per cento delle vittime di incidenti riconducibili a deflagrazioni legate a residuati bellici.


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